Un’inutile guerra tra Guelfi e Ghibellini, tra buoni e cattivi, che non smette mai di stupire in negativo. Il dibattito sull’isola pedonale nella giornata di ieri ha visto andare in scena l’ennesimo paradossale capitolo, l’ennesima riunione fiume fatta di veleni, accuse, controaccuse ma che sostanzialmente non ha portato ad un nulla di fatto.
Ci sarà un intero fine settimana per capire se lunedì si arriverà alla conclusione, altrimenti ci saranno centinaia di emendamenti da affrontare. Sul banco degli imputati è salito il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Trischitta, finito nel mirino di Cambiamo Messina dal Basso e Partito Democratico, che prima hanno puntato parecchie fiche sulla carta dell’incompatibilità poi hanno parlato di un’aula ostaggio delle teatrali uscite mediatiche e politiche dell’esponente del centrodestra.
Strano l’atteggiamento del Pd, che invoca a gran voce la seduta straordinaria per discutere dell’Isola, salvo poi abbandonare l’aula come segno di protesta contro le “trischittate”. Chi a pochi mesi dalla chiusura del mandato parla di inagibilità d’aula sembra atterrato adesso sul pianeta Messina, l’agibilità d’aula è una chimera ormai da diverso tempo, da quando il Consiglio è stato delegittimato dall’inchiesta di Gettonopoli. Dall’altro lato i consiglieri si sono auto delegittimati quando hanno deciso di accontentarsi di recitare il ruolo di notai dell’amministrazione, buoni a pigiare il tasto sì per il famoso “bene della città” e poco importa se a votare i bilanci fossero solo in 18 su 40.
Tornando all’isola è del tutto evidente ormai che questa amministrazione e questo Consiglio non siano in grado di portare avanti un discorso in modo chiaro e sereno, esasperando un clima già molto teso. La soluzione ideale sarebbe il ritiro di una delibera che per la Giunta è diventata una questione di principio e propaganda, mentre il Consiglio resta in bilico cercando di temporeggiare il più possibile. Due fattori che rischiano di non portare a nulla di buono, soprattutto perché in aula ognuno ha la sua idea e il rischio che venga fuori il celebre “casotto” è molto alto. La guerra Santa per via dei Mille ha provocato questo, all’assessore Cacciola và riconosciuto il merito di essersi catapultato in aula arrivando dalla Svizzera dove si trovava per motivi familiari, ma come si suol dire le botti si sono impregnate d’aceto e anche da diverso tempo.
Tutto dev’essere messo in naftalina fino all’ elezione del prossimo Consiglio e della prossima Giunta, la campagna elettorale serva per creare confronti veri, snocciolare dati reali sull’economia e gli effetti che la chiusura delle strade in questione ha avuto su di essa, cosa che finora non è mai stato fatto. In aula non si è mai entrati nel merito della questione e anche quando ci si è andati vicini dal tavolo dell’amministrazione sono arrivate risposte evasive, così il dibattito reale ha lasciato spazio alle accuse di chi reputa che sotto ci siano solo piccoli interessi di quell’associazione (vedi Millevetrine) piuttosto che un’altra.
Questi mesi, anzi, questi anni, devono servire affinchè in campagna elettorale si coinvolgano le associazioni di categoria, i tecnici e la Polizia Municipale, perché l’aspetto della viabilità non può essere sottovalutato. Allo stato attuale l’isola pedonale è solo una strada chiusa incapace di attrarre cittadini e visitatori, tanto da diventare un deserto anche nel periodo natalizio. A giudicare dall’ultimo mese e mezzo, la chiusura di via dei Mille è diventata una battaglia da facebook che reale, l’isola è un bene impareggiabile da difendere a colpi di tastiera, ma la realtà è ben’altra. Una somma di fattori che non può che portare ad un’unica conclusione, a fare l’isola non possono essere questo Consiglio e questa amministrazione.