Qualche piccolo passo in avanti c’è stato, ma le parti continuano ad essere molto distanti. Il passaggio dei lavoratori da Messinambiente alla Messina Servizi Bene Comune continua ad essere terreno di scontro tra l’amministrazione comunale e i sindacali, anche se sono stati superate le perplessità mostrate dalla Cgil in merito alla prima versione dell’accordo sulle conciliazioni presentato e sottoscritto già da oltre trecento lavoratori. Il nodo principale era il pagamento del Tfr ai lavoratori, che secondo quell’accordo doveva essere pagato a pensionamento avvenuto, invece secondo Uil Trasporti, Cisl e Fiadel fa fede la legge regionale, così il trattamento dev’essere percepito in modo dilazionato nel corso del primo anno di operatività della nuova società.
Le tre sigle sindacali hanno alzato le barricate presentando anche un esposto in Procura, mentre la Cgil aveva prima sottoscritto l’accordo, salvo poi chiedere una rivisitazione dello stesso. Si va verso l’ipotesi presentata dalle parti sociali, ma ciò non basta per definire chiusa la vicenda. Adesso c’è da domandarsi cosa ne sarà dei lavoratori che hanno sottoscritto la prima versione dell’accordo, ma soprattutto che ne sarà di quelli che invece non firmeranno nulla. Secondo le tre sigle la mancata firma comporterebbe il mancato passaggio del lavoratore alla nuova società, una sorta di ricatto ritenuto inaccettabile tanto da valutare l’ipotesi di una denuncia per comportamento antisindacale.
Dall’altra parte, invece, su questo punto l’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua ha rassicurato tutti chiarendo come la continuità lavorativa non sarà per nulla messa in discussione, quindi la mancata firma sulla conciliazione proposta non comporta nessun rischio. Ma il vero nocciolo della questione che da mesi tiene bloccato tutto sta proprio nel modus operandi per il passaggio dall’azienda di via Dogali alla nuova società partecipata. Secondo l’amministrazione comunale e la Cgil, il transito deve avvenire in modo diretto mentre secondo Uil Trasporti, Cisl e Fiadel, anche in questo caso vale la normativa regionale, che prevede il momentaneo approdo dei lavoratori alla Srr.