Pd con apripista, Boschi e Di Giorgi creano seggio a Laccoto. “D’Alia e Antoci potrebbero aspirare a posti Governo”

Mentre i competitors di Centrodestra tendono a squarciarsi con candidature che catalizzano solo il richiamo all’evento nazional popolare, il Pd ed il Centrosinistra, con il rettore dell’Ateneo peloritano Pietro Navarra, l’ex Capogruppo all’Ars di Sicilia Futura Beppe Picciolo, Pippo Laccoto (totalmente in campo per un secondo seggio quasi sicuro), Natalia Cimino (figlia d’arte) e il sindaco di Troina Fabio Venezia, hanno incrociato i Collegi uninominali con i plurinominali perché i posti in Parlamento scattano seguendo criteri proporzionali su queste scelte di partito e movimenti civici, in modo da far correre tutti in provincia di Messina. Ed anche il Presidente di Centristi per l’Europa Gianpiero D’Alia e il Presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci non sarebbero affatto estromessi dalla dimensione politica o persino esclusi in autonomia. D’Alia, in particolare, sta supportando attivamente la costruzione delle liste nell’ambito della coalizione e se, Gentiloni si dovesse riconfermare Premier, potrebbe aspirare a un ruolo tecnico di Governo, avendo già ricoperto l’incarico di Ministro.

Con questo sistema si possono garantire le singole posizioni all’interno di partito e coalizione – interviene il Segretario provinciale del Pd Paolo Starvaggi -. Le candidature tra loro sinergiche e strategiche non potranno non portare alla elezione di numerosi parlamentari. Con l’inserimento della Boschi capolista al plurinominale alla Camera nel Collegio Messina – Enna e Rosa Maria Di Giorgi al terzo posto, che conquisteranno comodamente i collegi uninominali, Navarra e Laccoto saranno con ogni probabilità entrambi eletti. Questo si materializzerà sia perché i sondaggi danno 2 seggi al Pd in questo collegio sia perché l’attuale Rettore è favorito in un collegio in cui concorre con La Siracusano di Forza Italia che non vive a Messina e non ha mai fatto politica e con Francesco D’Uva che è un uscente ma di cui i messinesi non si sono accorti nel suo ruolo da deputato nazionale”. I volti di donne politiche Boschi e Di Giorgi vengono sistemati a Messina nel plurinominale come immagine perché sono già corazzati all’esterno sui collegi uninominali a Bolzano e Firenze ma di fatto non sottraggono spazio ai candidati messinesi. La Di Giorgi è attualmente vicepresidente al Senato, molto vicina a Renzi, originaria di Castelbuono, da anni vive nel capoluogo toscano ed è stata anche assessore con Renzi. Ecco che Navarra e Laccoto (nonostante sia al quarto gradino in lista) sarebbero accreditati.

“Dopo che i messinesi hanno conosciuto una sorta di grillismo da parte di Accorinti – rimarca il Segretario del Pd -, sommato ad una carenza di appeal, non voteranno i 5 Stelle che sembrerebbero spacciati, a mio avviso. Poi, la candidatura di Picciolo al secondo posto al plurinominale al Senato consente alla coalizione di trainare la mobilitazione di Sicilia Futura, non solo nel suo Collegio ma anche alla Camera e così il secondo seggio potrebbe scattare”. Ad usufruire del trascinamento di Sicilia Futura potrebbe essere anche il Capolista all’uninominale al Senato ovvero il Presidente dell’Ersu Fabio D’Amore che si rimette in gioco dopo diverso tempo in una campagna elettorale e ringrazia il Pd per l’oppurtunita.

Per effetto della nuova legge elettorale, il Rosatellum, anche la lista centrista di Beatrice Lorenzin, alleata del Pd, sta rifinendo le candidature in Sicilia, senza l’eco di amministratori Big ma di personaggi istituzionali del luogo. La lista Civica Popolare a fatica raggiungerebbe il 3%, per questo si sta lavorando su seggi blindati, come quello di Casini a Bologna e della Bonino a Milano che sfiderà la Boldrini in Leu e Salvini per la Lega.

Promossa dalla corrente D’Alia, Natalia Cimino figlia dell’ex assessore di Patti, sarà candidata a Barcellona-Milazzo ed avrà come diretti rivali, tra gli altri, il cognato di Francantonio Genovese, Franco Rinaldi.

Non c’è stata tabula rasa per i Centristi per l’Europa come può esserci stata per gli Orlandiani e gli Emiliani. A disegnarsi oggi dalle liste è un rapporto di forze che non si può minimamente paragonare a quello delle Regionali dove c’erano le preferenze e dove tutti correvano. La Prestigiacomo prenderà il seggio su Messina e non a Siracusa che è il suo Collegio. Adesso, Calderone consiglia a Germanà di andare a cercarsi voti, nel frattempo la candidata di punta del Centrodestra è rappresentata da chi ha partecipato ad una edizione di Miss Italia. “Insomma, il livello culturale, tecnico e anche politico di Navarra (pur rendendosi disponibile al plurinominale) permetterebbe un’operazione di successo e di tutto rispetto all’uninominale – sottolinea Starvaggi -, come ha dimostrato sostenendo il gruppo De Domenico per le consultazioni del 5 novembre. Noi confidiamo che anche Laccoto rientri nel Collegio plurinominale per una questione di strategie in altre città con gli uninominali”.

“La candidatura di Natalia Cimino al Collegio uninominale al Collegio Barcellona Milazzo mobilita i Centristi per l’Europa e la candidatura di Fabio Venezia nel collegio Sant’Agata Enna consente l’arruolamento della provincia di Enna, tradizionalmente di sinistra e la presa del seggio contro il candidato della Lega Carmelo Lo Monte. In questo contesto, D’Alia e Antoci potrebbero trovare spazio nel prossimo Governo che, con ogni probabilità, sarà guidato da Gentiloni. Sono convinto che il Centrodestra, di cui si hanno notizie di lotte intestine e malumori per le candidature, in questa tornata, non riuscirà a bissare il risultato delle Regionali in quanto, senza le preferenze di voto, l’elettorato si sentirà più libero e potrà selezionare i candidati migliori”.

Dopo quasi un anno di mandato e dopo un Congresso difficile che l’ha visto primeggiare sugli altri, Renzi che aveva raggiunto il 41% e poi era sceso al 24% (forse soccombendo un po’ a chi scalpita nelle altre correnti come D’Alema, Bersani, Orlando ed Emiliano) sta operando in un modo tale da non voler perdere seggi nella sua Area e in modo da procedere nella stessa direzione e non in ordine sparso, con una classe dirigente monolitica.

Il dado si potrà dire tratto entro domani alle 20, termine ultimo per la consegna delle liste. Magari un’altra notte di passione (la prossima) graverà sulle teste dei capi di partito e coalizioni, dopo quella di sabato.

Redazione1

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