Cosa farne del Parco “Aldo Moro”? Certo, non consegnarlo “anima e corpo” all’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (come lo è stato per tanti anni senza abbozzare alcuna produttività al contesto urbano) per lasciare al Comune di Messina il mantenimento della sola area verde, per quanto vasta sia. Nell’accorato dibattito che si è snodato nell’ultimo periodo tra Commissioni ed occupazioni del Parco da parte del Comitato che lo difende dopo l’intesa pluriennale stipulata fra Palazzo Zanca e l’Ente Nazionale, la proposta di affidare l’immobile con terreno che lo circonda annesso al Centro Regionale “Helen Keller” di Messina è del Consigliere Comunale, l’avvocato Piero Adamo. Quest’ultimo esprime forti perplessità per lo sbilanciamento di utilità dell’edificio in favore dell’Ingv, a fronte dei diritti e dei potenziali interessi dell’Ente.
Il Centro che è specializzato nell’addestramento dei cani guida per ciechi ha uno scopo altamente sociale e merita di stare in un spazio più idoneo dell’attuale sede a Tremonti Fondo Cardia.
Adamo ha già preso contatti con la struttura in questione e invita il Sindaco Accorinti, gli Assessori al Patrimonio e all’Ambiente Cuzzola e Ialacqua ad ottimizzare fruizione e spazi del Parco “Aldo Moro”, valutando l’opportunità ed interloquendo con l’Ingv per captare nell’utilizzo e nella cura dell’area il plesso “Helen Keller”.
Secondo il consigliere di SiAmo Messina, supporre questo coinvolgimento permetterebbe all’Amministrazione comunale di demandare a terzi i costi di cura e gestione di parte del Parco ipotizzando anche che il Comune e/o gli aventi diritto possano guadagnarci mediante il versamento di un canone a loro beneficio; al Centro Helen Keller – realtà d’eccellenza – di integrarsi maggiormente nel tessuto cittadino migliorando l’interazione delle persone non vedenti e dei loro cani guida con i suoni, i rumori e le caratteristiche proprie del centro Città; nel complesso, agevolare la funzione sociale del Parco “Aldo Moro” e del Centro “Helen Keller”.
La chance di assegnazione deve essere modulata con le altre proposte di utilizzo del Parco, frutto dell’impegno delle associazioni e dei comitati che ad oggi hanno evidenziato lo stato di abbandono e le potenzialità dell’area.