Mettere a confronto medici e docenti di educazione fisica con le famiglie, affinchè venga compresa l’importanza dello sport per i ragazzi disabili. Messina diventa capitale di questo importante messaggio, essendo l’unica città italiana che ospiterà lo Sport4EveryOne, la prima rassegna sportiva dedicata ai disabili. Ospite d’onore della tre giorni che prenderà al via l’1 febbraio, e che vedrà come ospite d’onore la campionessa paraolimpica, Giada Rossi.
A presentare tutta la manifestazione questa mattina a Palazzo Zanca, è stato il responsabile del Comitato Italiano Paraolimpico, Fabio Chillemi: “Questo progetto europeo è nato dalla Federazione Europea di Zagabria, abbiamo deciso di parteciparvi. Vogliamo sensibilizzare tutti circa l’importanza di fare sport, essere disabili non vuol dire restare fermi”. Tre gli appuntamenti in programma: si partirà l’1 febbraio alle 16 con un incontro nella sede di Centro Nemo al Policlinico di Messina, affinchè sia spiegato alle famiglie dei disabili l’importanza dello sport per i loro cari. L’indomani alle 10 nella palestra del Verona Trento, lo staff della tappa messinese dell’evento incontrerà gli insegnanti di educazione fisica e gli studenti, per comprendere l’importanza del coinvolgimento dei disabili nelle pratiche sportive scolastiche.
Si chiuderà il 3 febbraio alle 10 all’Ordine dei Medici, in un incontro con i medici di famiglia che sono spesso il primo punto di riferimento delle famiglie e dei giovani. Simbolo di questi messaggi di positività è la campionessa Giada Rossi, medaglia di bronzo alle paraolimpiadi di Rio nel 2016 e campionessa mondiale 2017 di tennis tavolo. Proprio lei che fino a 14 anni sembrava destinata ad una carriera come brillante pallavolista, fino ad un tuffo in piscina che l’ha costretta sulla sedia a rotelle.
Chillemi aggiunge: “Purtroppo talvolta manca la cultura dello sport tra i disabili, non c’è la consapevolezza di quanto questo sia importante per i giovani che non devono restare fermi, sarebbe un male per la loro salute. L’intento di questa tre giorni è proprio questo, far confrontare le famiglie con medici e docenti di educazione fisica affinchè questa coscienza si crei una volta per tutte”.