Un giro di sentenze e inchieste ad hoc in cambio di regali e favori, con appalti milionari assegnati attraverso ricorsi “aiutati” al Tar e al Consiglio di Stato. Nella rete di corruzione scoperta dalle procure di Roma e Messina ci sono avvocati, magistrati, imprenditori, professori universitari. La Guardia di finanza ha arrestato 14 persone, mentre uno degli indagati, l’avvocato Giuseppe Calafiore, è fuggito a Dubai forse avvertito da qualcuno dell’arresto imminente.
In carcere finiscono tra gli altri l’avvocato Piero Amara, e l’imprenditore Fabrizio Centofanti. Domiciliari per l’imprenditore Ezio Bigotti, già indagato nel caso Consip, e Giancarlo Longo, 49 anni, magistrato ordinario, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa.
Indagato anche Virgilio Riccardo, ex presidente di sezione del Consiglio di Stato, oggi in pensione. Sono oltre venti i procedimenti sospetti aperti a Siracusa da Giancarlo Longo: almeno uno di essi, secondo chi indaga, era nato nel 2016 con l’obiettivo di spiare e inquinare l’indagine aperta presso la procura di Milano a carico dell’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi per una tangente da 1,3 miliardi di euro legata allo sfruttamento di un giacimento petrolifero in Nigeria.
Alessandro Ferraro, stretto collaboratore di Amara e Calafiore, denunciò di esser stato vittima di un tentativo di rapimento messo in atto da nigeriani e italiani legato a un presunto complotto internazionale ai danni di Descalzi. Ferraro aveva precedenti con la giustizia, ma nonostante ciò, senza neanche verificare le sue parole, Longo aprì il giorno stesso un fascicolo sulla vicenda e nelle ore successive chiese collaborazione ai colleghi di Milano sull’inchiesta Eni. Il procedimento aperto da Longo, per chi indaga, aveva il solo fine di “precostituire ed introdurre elementi indiziari idonei a sviare le indagini svolte nell’ambito del procedimento milanese”. L’indagine su Giancarlo Longo, è partita dalla denuncia di colleghi dell’ex pm di Siracusa che avevano ravvisato delle anomalie nel suo lavoro.
I nuclei di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle di Messina e Roma hanno passato al setaccio per due anni i flussi economici di tutte le persone coinvolte nell’inchiesta. Da lì sono emersi i viaggi e i regali arrivati per compensare Longo, le super parcelle pagate ai periti compiacenti del magistrato incaricati di redigere perizie false. Trovato inoltre un conto in Svizzera attraverso il quale il presidente di sezione di Palazzo Spada Riccardo Virgilio nascondeva al fisco denaro per oltre 750 mila euro.
Diverse le sentenze del Consiglio di Stato firmate da Virgilio finite al centro dell’indagine romana, tre delle quali, su gare Consip, avrebbero spostato appalti in favore dell’imprenditore Ezio Bigotti per un valore complessivo di quasi quattrocento milioni. Gli arrestati sono a vario titolo accusati di associazione per delinquere, corruzione, e falso: per oltre cinque anni hanno condizionato l’azione della giustizia in sede civile e penale.
I nomi degli arrestati.
Nel dettaglio, sono state emesse ordinanze di applicazione delle misure cautelari personali dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma nei confronti di:
Piero Amara di 49 anni (carcere);
Fabrizio Centofanti di 46 anni (carcere);
Giuseppe Calafiore di 39 anni (domiciliari – attualmente all’estero);
Ezio Bigotti, di 54 anni (domiciliari);
Luciano Caruso di 78 anni (domiciliari);
La richiesta di misura non detentiva nei confronti di Virgilio Riccardo, già presidente di sezione del Consiglio di Stato, oggi in pensione, per il reato di corruzione in atti giudiziari contestato in concorso con Amara e Calafiore, è stata respinta per assenza di ragioni cautelari;
Sono state emesse ordinanze di applicazione delle misure cautelari personali dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Messina nei confronti di:
Piero Amara di 49 anni (carcere);
Giuseppe Calafiore di 39 anni (carcere-attualmente all’estero);
Giancarlo Longo, magistrato ordinario, già sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, ad oggi destinato ad altre funzioni in altra sede, di 49 anni (carcere);
Alessandro Ferraro di 47 anni (carcere);
Fabrizio Centofanti di 46 anni (domiciliari);
Giuseppe Guastella di 73 anni (domiciliari);
Davide Venezia di 33 anni (domiciliari);
Mauro Verace di 61 anni (domiciliari);
Salvatore Maria Pace di 40 anni (domiciliari);
Gianluca De Micheli di 45 anni;
Vincenzo Naso di 74 anni (domiciliari);
Francesco “Corrado” Perricone di 55 anni;
Sebastiano Miano di 44 anni (domiciliari).
Contestualmente, sono in corso di esecuzione perquisizioni locali nei confronti dei soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda.