Era stato condannato in primo grado ad 8 anni e 3 mesi di carcere e ad un risarcimento di 80mila euro alla parte civile, ma la Corte d’appello decise di ribaltare la decisione optando per l’assoluzione. Adesso è arrivata la decisione definitiva: la Cassazione ha confermato la sentenza emessa in secondo grado, scagionando definitivamente un settantunenne messinese accusato di aver abusato sessualmente delle proprie nipotine, allora dell’età di tre e sei anni.
I fatti risalgono al 2009, quando le maestre notarono nelle bimbe dei comportamenti considerati anormali per la loro età, quali dare un bacio sulle labbra del proprio compagno di classe o simulare con le bambole dei rapporti sessuali. Le insegnanti sconcertate di quanto accaduto decisero di avvisare i genitori delle due sorelline, i quali hanno deciso dunque di indagare maggiormente domandando alle proprie figlie dove avessero appreso quelle cose. In un primo momento, una delle due sostenne di averle imparate dal nonno: altro non sarà che la prima delle numerose versioni, spesso in contraddizioni tra loro, rilasciate dalla bimba.
Infatti, non soltanto accuserà a più riprese diverse persone – tra le quali anche i propri compagnetti – ma punterà il dito anche contro personaggi di fantasia, quali una “donna dalle scarpe rosse”. Inutile i tentativi del gip e del tribunale di ascoltare le presunte vittime, perché i periti hanno escluso la possibilità di poterle sottoporre ad esame.