E’ uno dei simboli di Liberi e Uguali, il Movimento nato dall’ex presidente del Senato Pietro Grasso e a lui viene proposto di prestarsi per la propaganda Politiche in Sicilia. L’ex Cgil per eccellenza Guglielmo Epifani affianca la squadra dei candidati messinesi per la corsa al Parlamento fino al 4 marzo, inserendosi da capolista in tutti i collegi della Sicilia orientale.
“Per una campagna elettorale fatta bene, auguro il meglio a tutti i candidati. Mi metto nei panni dei cittadini che devono ragionare già sulla successiva campagna elettorale amministrativa qui nella città dello Stretto. Di chi è la responsabilità di questa legge elettorale? Lotta alle disuguaglianze come si fa nella politica della spesa come viene proposta? Politica di investimenti, non privati perché questi si stanno riprendendo. Mancano quelli pubblici 35 miliardi. Lo vedi venendo da Catania a Messina, lo vedi sulle colline, nel sistema idrico, nelle scuole. O si rivitalizzano quelli pubblici o degrado del Paese. Conversione sostenibile del Paese in aulico. Microprogetti per messa in sicurezza del territorio. Venni a Giampilieri per l’alluvione. Cosa aspettiamo a completare il piano di sismicità delle case? A consolidare i letti di fiume? Non faccio opposizione al ponte ma ci vuole prima un sistema ferroviario, di strade e di servizi. Sanità. Democrazia vuol dire liberto in un paese che ha smarrito i percorsi di libertà. I comuni hanno un continuò problema di come andare avanti. E le province? Messina è un caso a parte. Ma ci sono luoghi che non possono stare senza questi organi governativi. Come si governa: da soli? Ci vuole una concertazione trasparente, non quella voluta da Renzi, correlata al bisogno di appartenenza al territorio.
E poi Tirrito e Alessandra Minniti raccontano la loro maturità politica acquisita negli anni che si sposa nella nuova esperienza.
Maria Flavia Timbro anche lei candidata nel Plurinominale alla Camera a Messina: Per me questo è il coronamento della mia militanza in politica. Noi siamo l’,unica forma e fonte di riscatto rispetto al 47% di cittadini che non hanno votato. Io appartengono alla generazione tra i 30 e 40 che vivono la crisi dall’inizio del precariato. Ripartire dalle donne e dal sud con un programma innovativo”.
Gabriele Siracusano Collegio uninominale di Messina sostiene di candidarsi perché ha amore per Messina e per il fare impresa da uomo di sinistra, che giudica come atto di generosità. “Gli avversari sono la Destra arrogante, sempre più fascista che viene ad insegnare il diritto, forse non sente più la puzza dei napoletani. Oppure un bacino di ignoranza politica che non vede di buon occhio chi formula programmi validi. Il Potentato economico si è trasformato nel luogo del sapere dentro uno steccato che tenta di riprodursi. Liberi e Uguali vuole battere i pugni nei tavoli romani. Spazi pubblici che hanno bisogno solo di start up e di giovani. Le classi deboli vogliono essere tirate fuori. Entusiasmo che questa campagna elettorale mo ha dato. Inviti il compagno Epifani a fare questa battaglia. Occasione meridionale forza trainante di tutto il Paese. Dobbiamo essere coerenti ed identificabili non come i Cinquestelle che non sanno dove andare. Abrogare legge elettorale per farne una seria”.
Franca Antoci che è giornalista candidata Capolista al Senato Sicilia orientale. La competitor ammette di individuare nei volti una chance di crescita. Penso alle donne che non possono essere assunte se sono conviventi o se hanno figli. Seminare razzismo per le scuole
Francesco Pietropaolo è candidata all’uninominale di Barcellona Pozzo di Gotto. “Se non fossi stata con Libero e Uguali, non avrei votato – dice -, avrei fatto parte di quel 47% che sceglie di non recarsi alle urne. Sono in questo movimento. Sono fuoriuscita del PD che si comporta con politiche distruttive, per le donne non bastano i bonus. Siamo voltipulitii. Sono nell’associazionismo per le donne che ancora oggi all’arrivo del primo figlio devono lasciare il lavoro. Nel territorio dei Nebrodi c’è la nuova linfa”.
Sebastiano Occhino candidato nel Plurinominale Senato urla: No al precariato.
“Noi non abbiamo votato la legge e non abbiamo nessuna colpa – termina Epifani -. Le candidature sono state fatte rispettando il territorio. Io non ho un collegio naturale. Sono sempre stato in giro come sindacalista. Mi sono candidato a Napoli con il PD per la mia storia personale. Non ho voluto fate il ministro e il Presidente della Commissione lavoro. Mi hanno chiesto di dare una mano in Sicilia”.