Sulla ventilata ipotesi di fusione fra Irccs-Piemonte e Papardo c’è il semaforo rosso dei sindacati. Uil, Uil-Fpl e Anaao-Assomed scendono in campo con una nota indirizzata a Forza Italia che ha proposto recentemente un disegno di legge finalizzato all’accorpamento dei due ospedali. I sindacalisti sono contrari all’ipotesi politica e rivendicano un ruolo primario per il Papardo, per il quale hanno chiesto il riconoscimento di Dea di Secondo livello. All’orizzonte si prospetta una nuova battaglia politica per le uniche forze sindacali che non sono mai scese a compromessi con alcuno rivendicando il proprio ruolo di tutela e salvaguardia dei diritti dei lavoratori. Ivan Tripodi, Pippo Calapai, Mario Macrì (per la Uil) e Pietro Pata (Anaao-Assomed) chiedono a viva voce che venga ritirato il disegno di legge e ridiscusse eventuali ipotesi con le forze sindacali al fine di una più totale condivisione di un progetto tendente a rendere sempre più efficace l’offerta sanitaria nella città di Messina. I toni della nota sono contenuti ma allo stesso tempo fermi. Al Papardo c’è da registrare una certa fibrillazione da parte dei dipendenti alla notizia trapelata nei giorni scorsi, tant’è che lunedì è stata indetta un’assemblea del personale.
“Abbiamo appreso dalla stampa cittadina che una forza politica di maggioranza ha presentato un disegno di legge all’ARS, al fine di accorpare l’Azienda Ospedaliera Papardo all’IRCCS Neurolesi di Messina, facendo apparire tale accorpamento come la migliore soluzione possibile per salvare l’Ospedale Papardo da un sicuro declino designato dalla politica siciliana durante il governo Crocetta”. Così Ivan Tripodi, Pippo Calapi e Mario Macrì (segretario generale Uil Messina, segretario generale Uil-Fpl Messina e responsabile Area medica Uil-Fpl Messina) e Pietro Pata (segretario regionale Anaao-Assomed).
“Infatti, la Rete Ospedaliera di cui al Decreto Assessoriale n. 629 del 31 marzo 2017 non solo ha ridotto di circa 80 posti la dotazione dei posti letto del Papardo, ma ha anche declassato in DEA di 1° livello la prestigiosa struttura Ospedaliera messinese, che, va ricordato, era stata classificata come Ospedale di Emergenza di 3° livello, l’unico della provincia di Messina (L.R. 5/2009).
Inoltre sono state declassate ben 7 Strutture Complesse di cui alcune di riferimento regionale, quale ad esempio Dermatologia e Malattie Infettive, consentendo il mantenimento delle stesse al Policlinico Universitario di Messina sol per garantire l’accreditamento delle scuole di specializzazione, a prescindere dalla necessaria ed obbligatoria (ai sensi del D.M. n. 70/2015) comparazione delle unità operative interessate, in merito a produttività, numero di ricoveri e livello di DRG.
Per difendere l’Ospedale Papardo da questa grave spoliazione la UIL, la UIL-FPL e l’ANAAO-ASSOMED, nei mesi scorsi, hanno avviato tutte una serie di iniziative, quali ad esempio: la raccolta, in pochissimi giorni, di circa 4.000 firme a sostegno della Petizione inoltrata alle varie Autorità, Assemblee popolari, conferenze stampa, Assemblee del Personale del Papardo e per ultimo una formale richiesta di incontro al nuovo Assessore regionale alla Salute dr. Ruggero Razza, purtroppo, a tutt’oggi senza alcun positivo riscontro.
La UIL, la UIL-FPL e l’ANAAO-ASSOMED dicono NO al Disegno di Legge di “Modifica dell’art. 8 della L.R. n.5 del 14 aprile 2009” presentato all’ARS da alcuni deputati di Forza Italia, prendiamo questa chiara posizione intanto perché, preliminarmente l’accorpamento di una Azienda Ospedaliera, dove si produce salute, non è in alcun modo assimilabile a qualunque altra Azienda non sanitaria e quindi non deve rispondere a criteri che, e ne abbiamo esempi eclatanti in questi ultimi anni, somigliano a “risiko” bancari o industriali. Inoltre, non dimentichiamoci che il Decreto Balduzzi prevede la soppressione di unità operative doppioni all’interno della stessa Azienda, proprio per questo Vullo voleva chiudere il Piemonte.
La premessa del Disegno di Legge è in sé una clamorosa conferma della ridotta sensibilità che, intorno alla questione del declassamento del Papardo, hanno mostrato molti esponenti politici della Città Metropolitana di Messina. Affermare, infatti, che l’accorpamento si fa perché sono state tolte e declassate molte unità operative, strategiche per garantire i corretti percorsi assistenziali e mantenere i LEA per i cittadini, equivale, ci sia consentito, ad essere blasfemi all’interno di un luogo di culto.
Un Ospedale, unico nel bacino di Messina, in cui è presente Cardiochirurgia a completare il percorso diagnostico terapeutico delle malattie cardiovascolari, in cui certamente non vi è il Polo Oncologico (e di questo presto o tardi l’Unione Europea chiederà conto alla Sicilia ed all’Italia), ma nel quale vi sono strutture che garantiscono diagnostica e terapia ai massimi livelli nello specifico settore; ma, ancora, si tratta di un nosocomio nel quale si trovano strutture di Riferimento Regionale per malattie come l’HIV e la Psoriasi, ed ancora la Centrale Operativa del 118 con Elisoccorso.
L’Ospedale Papardo oggi è sostenuto dalla professionalità dei dirigenti e di tutto il personale sanitario che opera sempre di più in un clima di emergenza per le dotazioni organiche ridotte e per pesanti turni di lavoro”.
Concludono i sindacalisti di UIL, UIL FPL e ANAAO-ASSOMED affermando che “Si apre una stagione che punta, sic et simpliciter, non solo alla salvezza del Papardo, ma al suo indispensabile rilancio per offrire un servizio indispensabile a favore della collettività siciliana e calabrese. Noi ci siamo e non arretreremo di un millimetro, chiediamo venga ritirato il disegno di legge. Aspettiamo adesso una risposta dalle Istituzioni e soprattutto dal Presidente della Regione e dall’Assessore alla Salute”