Le città “perdono” i negozi, così sono gli ambulanti a prendere il sopravvento con bancarelle di ogni tipo ed in ogni angolo. Messina conosce bene questa realtà con le vie praticamente invase da furgoni e auto che a volte intralciano il traffico, specie sul viale Europa, in via La Farina, sulla Ss 114 ed in estate sulla via Consolare Pompea. Nonostante i controlli aumenta il fenomeno degli abusivi con il centralissimo viale San Martino che sembra un bazar a cielo aperto, tipico delle città nordafricane.
La ricerca – che non ha preso in esame Roma, Milano e Napoli, perché considerate città policentriche – evidenzia che il calo dei negozi nelle periferie è più contenuto (-10,3%). Guardando alla ripartizione territoriale, emerge che al Sud c’è un vero e proprio boom del commercio ambulante (+26%): basti pensare che a Palermo le bancarelle sono quasi triplicate.
A pesare sui centri storici, oltre al ciclo economico e alle variabili socioeconomiche e demografiche, ci sono anche i canoni di locazione, che calano di più in periferia. Particolarmente difficile appare la situazione in città come Messina, Genova, Venezia, Reggio Calabria, Bari e Cagliari, mentre maggiore vitalità si registra nell’alta Lombardia, attorno a Firenze, a Trento, Siracusa e Matera.
In occasione della presentazione del rapporto, Confcommercio ha annunciato il progetto “Dare forma ai fondi: partiamo dalle città”, nell’ambito del quale si svolgeranno sperimentazioni concrete in collaborazione con l’Anci.