“Mi auguro che chi rappresenta la Città metropolitana di Messina assuma un’iniziativa per presentare al governo regionale una richiesta che faccia riferimento all’area ex Asi di Giammoro e alla piastra logistica di Tremestieri”. Così Michele Bisignano, coordinatore di Labormetro, ponendo nuovamente sotto la luce dei riflettori la possibile istituzione di un polo Zes nel Messinese. Secondo quanto disposto dal decreto attuativo approvato dal Consiglio dei ministri e recepito con qualche modifica dalla conferenza Stato-Regioni lo scorso dicembre, anche la Città dello Stretto potenzialmente potrebbe avere le carte in regola per veder sorgere sul proprio territorio una Zona economica speciale. Infatti, “come dispone la legge, – spiega Bisignano – le varie aree destinate a Zes debbono fare riferimento a zone portuali con i requisiti di porti core o comprehensive e, a differenza di quanto è stato sostenuto, assumere la caratteristica di ZES interregionali”.

Il provvedimento non indica più un numero massimo di Zes, quanto piuttosto un determinato quantitativo di ettari sui quali ospitarle da assegnare ad ogni Regione sulla base di una serie di criteri: “Per la Sicilia, – spiega il coordinatore di Labormetro – è stata individuata una certa quantità di superficie che il governo regionale dovrà suddividere nelle varie realtà territoriali.
“Probabilmente, la suddivisione dei circa 4500 ettari di superficie da destinare a Zes è stata già decisa seguendo la solita logica della “Binacria” sull’asse Catania-Palermo. È necessario senza perdere tempo richiedere con forza al Presidente della Regione che una parte di questi volumi di superficie facciano riferimento al nostro territorio provinciale. Anche perché sarebbe paradossale che proprio il nostro territorio per il quale – prima ancora della promulgazione della Legge – era stata presentata una proposta per l’istituzione di una Zes da parte del Senatore Mancuso e dell’Onorevole Garofalo rimanga fuori”.