La Variante di Salvaguardia dovrebbe approdare in Consiglio Comunale nella prossima settimana, ma intanto si sprecano i commenti su quello che è il punto di forza del nuovo Piano Regolatore. Ordini professionali e sigle sindacali hanno espresso la propria contrarietà alla Variante, ma su questo punto arriva la replica dell’assessore Sergio De Cola: “Moltissime forse troppe parole sono state spese sulla Variante e credo sia giusto porre un argine, tuttavia l’ultimo documento inviato ai media che attacca duramente la proposta merita alcune riflessioni per dare una risposta, mi auguro chiara, ai cittadini. Primo tra tutti va smentito il fatto che la variante toglie lavoro o indebolisce il comparto edile, al contrario puntando sulla mitigazione dei rischi creerà opportunità per intercettare, o meglio per continuare a intercettare -importanti risorse in questo settore sono già state acquisite dall’Amministrazione – i finanziamenti che come chiaramente esposto dalle linee programmatiche nazionali (Italia Sicura, Casa Italia) ed europee puntano per i prossimi anni alla messa in sicurezza dei territorio e del patrimonio edilizio esistente. Quindi la Variante potrà creare opportunità di lavoro per il settore edile. Va inoltre detto che dall’insediamento di questa Amministrazione l’andamento dei finanziamenti per i lavori pubblici è in fortissimo aumento e anche l’andamento dell’edilizia privata, facilmente misurabile dagli incassi derivanti degli oneri concessori ha avuto un forte aumento nel 2014-2015 per poi mantenersi, sempre con un leggero andamento positivo, sui livelli raggiunti superiori a quelli degli anni precedenti. Questi sono dati riscontrabili in atti ufficiali e non opinioni. In altre parole l’Amministrazione Accorinti che viene accusata di non volere sviluppare il settore edilizio, ha trovato importanti risorse per i lavori pubblici (di molto superiori alle precedenti) ed è riuscita ad incrementare le attività private, ha cioè sostenuto il settore edilizia”.
De Cola poi aggiunge: “Se come è scritto nel documento si condivide l’ipotesi di lavoro della Variante (affermiamo convintamente la nostra totale condivisione nel merito dell’obiettivo che tale Variante avrebbe dovuto traguardare, ovvero la salvaguardia e la messa in sicurezza delle aree libere del territorio collinare della città,…) non si capisce perchèla si voglia ostacolare. Le ipotesi di sviluppo e di riqualificazione delle periferie auspicate nel documento – in parte già concretamente avviate con il progetto Capacity – sono contenute nel nuovo PRGil cui schema preliminare sarà presentato entro marzo e di cui già in alcuni incontri (uno in commissione Consiliare) sono sati mostrati i contenuti. La Variante seguendo il principio di precauzione – ricorderemo putroppoper sempre, la tragedia di Giampilieri – anticipa gli aspetti di tutela e mitigazione del rischio. Contrastare la Variante significa mantenere livelli di rischio accertati da soggetti terzi e di importanza nazionale come l’ENEA. Il documento consegnato nel 2015 dal Laboratorio Propositivo Permanente proponeva nuove realizzazioni e non si occupava di messa in sicurezza del territorio. Un’altra precisazione è relativa al Piano Territoriale Paesaggistico (PTP) che non è presente nella Variante semplicemente perchè è intervenuto a fine marzo 2017 dopo che la Variante aveva già ottenuto tutte le approvazioni ed era stata presentata in Consiglio a febbraio 2017 e quindi non poteva più essere modificata. IL PTP è ovviamente recepito nel nuovo PRG e comunque è anche già stata fatta una sovrapposizione con la Variante (è a disposizione del Consiglio per eventuali valutazioni). È noto che il PTP interviene con un regime vincolistico in gran parte delle aree del sito Q e proprio in quella zona rende forse superflua la Variante per il suo valore di strumento sovraordinato. Cioè buona parte delle aree del sito Q sono vincolate anche dal PTP, quindi anche in assenza dell’azione della Variante in quelle zone c’è già per effetto del PTP un effetto di forte contenimento delle attività edilizie. Questo testimonia che la proposta della Variante di limitare fortemente il potere edificatorio nel sito Q non sembraessere così errata. Ancora un’ultima doverosa precisazione in merito alla microzonazione sismica. Non sono i Comuni a fare gli studi di microzonazione ma la Regione che fino ad oggi disponeper il nostro territorio di uno studio diprimo livello, si è avuta recentemente notizia che sono stati appaltati gli studi per arrivare al livello 3 anche per la città di Messina, il tempo necessario per la realizzazione di questi studi sarà verosimilmente di 2 o 3 anni e non appena saranno disponibili, grazie alla struttura della Variante che prevede un’articolazione in “livelli”, sarà possibile aggiornarla inserendo appunto questo nuovo livello di conoscenza. Il tema dei possibili contenziosi derivanti dai diritti edificatori che verrebbero cancellati è un problema che esiste in tutta la Sicilia per tutti i Piani Urbanistici per l’attuale regime normativo (LR71/78). Va detto che proprio per la Variante, l’istituzione del registro dei volumi creato dalla precedente Amministrazione minimizza e forse elimina del tutto questo problema. In conclusione, la Variante essendo uno strumento semplice e di facile attuazione anticipa il PRG per le azioni tendenti alla messa in sicurezza delle aree per cui si ha contezza che oggi esiste un livello di rischio. Interviene su una piccola porzione dei territori e consentirà di presentarsi al meglio nei prossimi bandi di finanziamento per la messa in sicurezza dei territori e dell’edilizia esistente. Dire che la Variante è un documento non approvabileè un’affermazione grave e equivale a dire che si accetta di continuare a costruire in aree a rischio”.