L’Anaao-Assomed, per voce del suo segretario regionale Pietro Pata, in nome dei tanti operatori dell’emergenza che rappresenta richiama alle proprie responsabilità le direzioni aziendali colpevoli di non aver condotto alcuna politica efficace sul problema visto il prolungarsi di alcuni indicatori quali il tempo di permanenza pre-ricovero (monitorato dall’assessorato della Salute quale obiettivo dei direttori generali) ed annuncia che non esclude alcuna ipotesi di lotta, compreso il ricorso alla Procura della Repubblica, per le condizioni di grave rischio clinico nel quale si è costretti ad operare quotidianamente in Pronto soccorso sempre meno sicuri per gli operatori e per gli utenti.
La sigla sindacale denuncia i goffi tentativi di distrarre l’attenzione dalle vere cause del problema visto che da più parti si continua ad insistere su luoghi comuni senza il supporto di dati oggettivi, per cui sono attribuite colpe e responsabilità, spesso in maniera strumentale e opportunistica ora al territorio, incapace di filtrare a monte e drenare a valle, ora ai medici di medicina generale, ora all’influenza o ai codici bianchi e agli accessi inappropriati.
Se il taglio dei posti letto e un territorio privo delle ormai necessarie strutture che possano garantire offerte alternative a quelle ospedaliere rappresentano un importante problema, è altrettanto vero che la mancanza di una politica aziendale volta a gestire con oculatezza e in maniera flessibile (vedi DM 70/2015) la preziosa e sempre più esigua risorsa “posto letto”, attraverso soluzioni strategiche e di governance o attraverso piani di gestione del sovraffollamento, contribuisce ad aggravare la crisi del Sistema.
“Le società scientifiche di riferimento – spiega Agostino Massimo Geraci responsabile Anaao Assomed area Emergenza – la letteratura internazionale, recenti studi sui dati di attività dei Pronto Soccorso (vedi “Quotidiano Sanità del 30 gennaio 2017 – analisi flussi EMUR 2015” condotta da Anaao Assomed e CIMO), evidenziano come sia l’impossibilità di ricoverare i pazienti nei reparti per indisponibilità di posti letto, al termine del completamento della fase di cura in Pronto soccorso, la principale causa del sovraffollamento soprattutto nelle grandi aree di emergenza”.
In concreto si realizza una condizione di severa congestione del sistema caratterizzata dalla permanenza “inappropriata” di pazienti in attesa di ricovero (definita Boarding), con elevati bisogni assistenziali e in grado di assorbire notevoli risorse umane, logistiche ed organizzative, risorse che dovrebbero più opportunamente essere dedicate alle attività di front line e cioè all’assistenza di nuovi pazienti e alla pronta accoglienza dei pazienti afferiti con le ambulanze del 118.
Il fenomeno del sovraffollamento dei Pronto soccorso è oggetto, a livello internazionale, di studi scientifici e d’interventi da parte delle organizzazioni sanitarie, mirati a valutarne le dimensioni, le caratteristiche e ad individuarne i rimedi”.