Un attacco in piena regola, con toni da tribuna elettorale. L’amministrazione va giù duro ed entra a gamba tesa nei confronti del Consiglio Comunale, che nel pomeriggio di ieri ha respinto la delibera per la rimodulazione del Piano di Riequilibrio, che poteva essere diluito in vent’anni ed invece resterà su base decennale. Un atto politico grave e privo di senso quello che secondo l’amministrazione si è consumato tra gli scranni del civico consesso, visto che adesso a pagare il prezzo più alto sarà la città. Guai però a mettere in discussione la sostenibilità del Piano decennale, quello rimane un documento presentabile e sostenibile, anche se in attesa del parere decisivo del Ministero.Certo, diluire un Piano di rientro a 500 milioni di euro (tanti erano i debiti del Comune di Messina conteggiati dall’allora commissario Croce) su base ventennale anziché decennale, avrebbe permesso l’utilizzo di importanti risorse.
Ed invece molti piani dovranno essere rivisti, così come sottolineato dall’assessore allo sviluppo economico, Guido Signorino: “Il consigliere Santalco ha chiesto l’immediata esecutività della delibera, così facendo ha tolto 15 giorni per discutere l’immediata esecutività. Venerdì l’atto è stato approvato in Giunta, i tempi sono stati rispettati e volontariamente compressi dal Consiglio. Avremmo potuto diluire i sacrifici per la città, avevamo preventivato 96 milioni invece abbiamo prodotto risorse per 108 milioni, adesso questo passo sbagliato non ci consente di andare oltre. Produrremo un bilancio in linea con il vecchio piano di riequilibrio e riproporremo la delibera da nuovi amministratori, noi siamo in grado di proporre il risanamento finanziario della città”.
Sulle conseguenze del voto del Consiglio, si è espresso anche l‘assessore al Bilancio, Enzo Cuzzola: “Messina è leader nei dati positivi, il 17 marzo avremo qui dirigenti e assessori di Torino, Napoli, Reggio Calabria, Cosenza e molte altre realtà. Il Piano di Riequilibrio è approvabile dal Ministero, ne sono convinto, ma non riusciremo a fare il salto di qualità che avremmo voluto. Si sarebbero liberati 15 milioni di euro l’anno, ma le commissioni non si sono tenute, non potremo garantire il turnover, le assunzioni dei dirigenti e le stabilizzazioni”.
Duro l’affondo dell’assessore ai servizi sociali, Nina Santisi: “Il rilancio della città passa dal Piano di Riequilibrio, potevamo programmare in serenità ed invece è arrivata questa scelta deliberata e assurda. Rischia di essere penalizzato il settore dei servizi, questa scelta si fa beffa della città. Chi ha votato contro ha fatto un danno alle fasce più disagiate della città, ci sarà un ridimensionamento dei salari, dovremo valutare molte cose. Mi chiedo questi consiglieri come possono presentarsi alle prossime elezioni? Dicono di rappresentare i cittadini, rappresentano solo piccoli interessi di bottega”.
Il vicesindaco, Gaetano Cacciola ha ammesso di aver pensato ad un passo indietro: “Per Atm le previsioni vedevano una certa cifra di contributi regionali, tra il 2014 e il 2017 ha avuto circa 2-3 milioni in meno, abbiamo comunque finito il bando per l’acquisto di bus elettrici. Non potremo fare un contratto di servizio che ci permette di incrementare le risorse. I consiglieri non sono più i rappresentanti della città, ma di interessi personali, ci hanno dato solo delle gocce d’acqua, hanno ostacolato sempre le azioni di rinascita della città portata avanti da questa amministrazione. Ieri ho anche pensato alle dimissioni, ma chi si dovrebbe dimettere sono i consiglieri a partire dalla presidente, che ieri votando favorevolmente avrebbe potuto salvare la città, invece fa parte di quel sistema politico che fortunatamente non ci appartiene”.
Alla fine arriva anche il messaggio del sindaco, Renato Accorinti, che ha prodotto un video dagli Stati Uniti dove si trova per motivi istituzionali: “Hanno voluto colpire questa amministrazione, ma in realtà hanno fatto un omicidio premeditato verso la città. Noi comunque non ci fermeremo”. La campagna elettorale è già iniziata.
Foto Rocco Papandrea