A Messina, come in tutta Italia, il giudizio delle urne per il Pd e per tutto il centrosinistra è stato davvero impietoso. Adesso è il momento della resa dei conti, soprattutto in casa Pd, dove ci si interroga sull’effettiva incidenza dell’area accademica.
Da una parte, c’è un gruppo storico del partito che reclama maggior partecipazione soprattutto in vista delle prossime amministrative, puntando il dito contro il nuovo corso che non starebbe portando i risultati auspicati. Dall’altra parte il gruppo guidato da Pietro Navarra difende quanto fatto, ricordando come senza il loro apporto il partito sarebbe andato incontro ad un’autentica catastrofe.
Sotto il profilo della rappresentanza l’area accademica può contare sulla presenza di Franco De Domenico all’Ars e di Pietro Navarra alla Camera dei Deputati, fattori che in un ipotetico braccio di ferro interno non possono passare in secondo piano, anche l’addio di Renzi ha provocato parecchi orfani.
Presto o tardi i dovrà iniziare a parlare delle elezioni amministrative ed in questo senso, la prima importante risposta può venire dalla riunione di he ci sarà martedì prossimo. Lì le varie anime inizieranno a mettere sul banco i nomi su cui puntare per ritornare a dare un segnale dopo la debacle di domenica scorsa. In questo senso un nome spendibile potrebbe essere quello di Antonio Saitta.
Ipotesi valida, che però potrebbe incontrare le resistenze di chi non vorrebbe un partito a forte trazione accademica. Sembra raffreddarsi l’ipotesi Fabio D’Amore, fresco di candidatura per il Senato all’uninominale, esponente dell’area Picciolo che però non vorrebbe imbattersi in una seconda avventura elettorale nel giro di pochi mesi.
Non è da escludere che una minoranza possa chiedere un primo giudizio degli elettori attraverso le elezioni primarie aperte a tutti, ma al momento questo scenario sembra lontano.