Variante di Salvaguardia, i dubbi di Santalco: "Accorinti e De Cola incompatibili?"

La guerra, non tanto fredda, sull’asse Consiglio-Amministrazione non si sviluppa solo su questioni finanziarie, ma riguardano anche la tanto chiacchierata Variante di Salvaguardia. L’amministrazione ha disposto il vincolo, previsto dalla legge, che nessun consigliere può partecipare al dibattito o alla votazione in aula, se ha un parente fino al quarto grado che detiene un terreno all’interno della vasta zona che riguarda la Variante di Salvaguardia, ovvero dall’Annunziata fino a Casa Bianca. Così facendo non potranno dire la loro in aula ben dieci esponenti del civico consesso.

Giuseppe Santalco non ha mai nascosto le proprie perplessità in merito a questo punto, non tanto per la legittimità della norma, quanto alla sua attuazione che non dovrebbe riguardare soltanto i componenti del Consiglio Comunale, ovvero l’organo giudicante, ma anche il sindaco e la Giunta in quanto proponenti della delibera. Insomma se si vuole scongiurare il pericolo di un’inconpatibilità che potrebbe invalidare l’intero iter, questo deve valere per tutti. L’esponente del centrodestra ha vestito i panni dell’investigatore: “Dall’esame che ho fatto per verificare il mio obbligo di astenermi, ed è così perché un mio zio ha un terreno che ricade nella zona che riguarda la Variante, ho riscontrato che il sindaco Accorinti è proprietario diretto di ben otto ben (terreni o case) che sono presenti nella zona. Questo riguarda anche i nipoti dell’assessore De Cola. Questo avrebbe dovuto portare alla loro astensione durante tutte le votazioni di Giunta che riguardavano le delibere della variante di Salvaguardia, ma così non è stato. Sono stati sempre presenti, questo non mi sembra un atteggiamento equo e trasparente. In termini giuridici non so cosa comporta, chiederò delucidazioni oggi durante la commissione dei capigruppo, chiederò al Presidente del Consiglio di chiedere un parere alla Regione per sapere su tutto questo provoca dei vizi della delibera”.

Santalco si focalizza anche sulla scarsa pubblicità fatta da parte dell’amministrazione, che ha penalizzato i cittadini: “Non sono stati utilizzati i mezzi d’informazione cittadini, ma solo giornali nazionali e regionali ma anche l’Albo Pretorio. Così non si fa, chi ha terreni all’interno della zona che riguarda la Variante potrebbe non saperlo. C’è il rischio di futuri ricorsi e di ulteriori lungaggini”.

Santalco avanza la sua proposta: “C’è un Piano Regolatore, i punti che riguardano la Variante possono e devono essere inseriti lì. Io non capisco perché ciò non accade, nonostante ci siano tutti gli strumenti messi a disposizione dal Dipartimento. C’è da fare il Piano Paesaggistico, il Comune sotto questo punto di vista è in ritardo ed interviene proprio sulla zona Q. Per questo ritengo ormai d’obbligo il ritiro della Variante che potrebbe contenere parecchi vizi di forma. Inoltre in questi cinque anni non sono stati utilizzati i fondi del Masterplan per fare una zonizzaizone che faccia luce sul rischio sismico, infatti il Genio Civile interviene spesso su questo punto. Per risparmiare si è chiesto un piano regionale, ma ciò richiede molto tempo”.

Antonio Macauda

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