Fu il primo vero grande dramma sociale con cui si dovette confrontare l’amministrazione Accorinti. Era l’estate del 2013 quando tre famiglie, con bimbi piccoli al seguito, per qualche settimana fecero del corridoio di Palazzo Zanca la loro dimora, in attesa di ricevere gli alloggi popolari tanto agognati. Una problematica sociale tristemente diffusa in tutta la città, che fu risolta proprio alla vigilia di Ferragosto di quell’anno. Il Comune aveva infatti disposto la possibilità che quelle tre famiglie alloggiassero nei locali dell’ex scuola di Catarratti, in attesa del naturale scorrimento della graduatoria per ricevere poi l’alloggio popolare che gli spetta.
A distanza di quasi cinque anni, due di quelle tre famiglie ha risolto il proprio problema, ma una vive ancora all’interno dell’ex edificio scolastico. La situazione è ormai al limite, anzi probabilmente questo limite per i genitori di 4 figli è stato superato. Pannelli che dal tetto possono cadere rappresentando un pericolo, fili scoperti, continue infiltrazioni d’acqua e roditori che passeggiano indisturbati all’interno dell’edificio. Uno scenario triste e desolante, di cui il Comune ha preso atto grazie alla denuncia della madre che da giorni si reca a Palazzo Zanca invocando l’attenzione delle istituzioni. Secondo l’assessore al Risanamento, Sebastiano Pino, la situazione dovrebbe ormai volgere al meglio in tempi brevi: “La graduatoria è andata avanti, molto presto arriverà il turno di questa famiglia che quindi potrà finalmente avere la casa dopo anni di sofferenza”.
La donna ha anche denunciato l’assegnazione di alcune case a persone che non rientrano nella graduatoria, scenario che Pino smentisce categoricamente: “Questo mi sembra impossibile, chi ha avuto la casa faceva parte di graduatorie precede denti a quella che riguarda la famiglia in questione”.
Sul tema del risanamento è tornata a farsi sentire la presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile: ”L’assoluto degrado in cui versano da decenni porzioni importanti del tessuto urbano della città impongono a tante famiglie condizioni d’invivibilità ed insalubrità assolutamente non giustificabili e di cui l’Amministrazione avrebbe dovuto prendersi carico con azioni risolutorie ed un percorso coraggioso. Alcune zone sono state restituite alla città a seguito di interventi effettuati negli scorsi decenni con interventi decisi ma non tutti compiuti ed efficaci: alcune porzioni sbaraccate sono rimaste non edificate e lasciate nell’abbandono senza la possibilità di poter edificare i necessari alloggi ERP indispensabili a mitigare il bisogno abitativo dei nuclei familiari attualmente residenti in aree degradate. Purtroppo la mappatura coincidente delle zone da risanare, report anno 2002, è datata e non consente una programmazione realistica ed aderente alla realtà odierna. Era stato richiesto, da questa Presidenza, un elenco delle priorità individuate dall’Assessorato competente quale prima azione al fine di poter mobilizzare il percorso del risanamento e definire la complessa problematica targata “Risanamento”.
Antonio Macauda