“A distanza di oltre una settimana dal voto nazionale, nonostante l’esaltante risultato messinese di Sicilia Futura all’interno delle liste del PD, avvertiamo a livello Regionale e Nazionale, dai vertici del PD medesimo , un assordante loro silenzio accompagnato, inoltre, da una serie di comunicati di pezzi importanti del Partito che nelle varie provincie rivendicano a vario titolo, a loro dire legittimamente, diritto di tribuna pontificando sulle cause della debacle del PD regionale! Poiché, avendone anche parlato con Totò Cardinale e con i nostri amici di Sicilia Futura , avvertiamo una certa ostilità politica nei confronti della nostra Componente, nonostante gli sforzi fatti da noi tutti per sostenere il progetto comune, voglio tranquillizzare i nostri amici e, soprattutto, avvisare le Cassandre che Sicilia Futura gode di ottima salute politica ed e’ un gruppo coeso ricco di valori , contenuti ed energie ! Un gruppo che, quindi, non ripeterà gli errori di generosità “unilaterale” del passato e si farà invece ancora una volta apprezzare per la propria identità ed autonomia fondata su valori politici ed un patrimonio inestimabile di credibilità e rapporti umani e personali in tutta la nostra Sicilia. #Avantitutta Beppe Picciolo”.
Un post carico di veleno e pesante come il piombo. Beppe Picciolo squarcia in questo modo il silenzio assordante che regna nel centrosinistra, lasciandosi andare a questa amara riflessione a dieci giorni esatti dal tornado elettorale che ha colpito il Partito Democratico.
Il leader di Sicilia Futura però non guarda al passato, ma al futuro, a quel futuro che fa rima come le elezioni amministrative del prossimo 10 giugno. A preoccupare Picciolo il silenzio che sta imperversando sul partito, venerdì ci dovrebbe essere l’incontro in cui si deciderà la sfilza di nomi dal quale dovrebbe uscire il futuro candidato alla poltrona di primo cittadino.
La pista che porta ad Antonio Saitta sembra quella più calda, ma non sembra entusiasmare il fronte di Sicilia Futura, che non intende partecipare ad una corsa a perdere, un po’ come accaduto per le scorse regionali con Fabrizio Micari. Ci sono anche dei problemi interni da risolvere, Picciolo, come si evince dal post, sente di non essere il benvenuto.
Il problema è che la mole di voti portata sia dall’ex deputato regionale che da Fabio D’Amore viene ritenuta meritevole di considerazione dai diretti interessati, che invece puntano il dito contro una base di un partito rimasta ferma ai nastri di partenza.
A questo punto tutto è possibile, anche che Picciolo guardi al centrodestra, scenario di cui si vocifera da tempo ma che fino a pochi giorni fa sembrava fantapolitica. Il nome di Dino Bramanti come futuro candidato sindaco è un’ipotesi che piace, così come un progetto inclusivo volto a guardare a più anime politiche. E così la fantapolitica può divenre realtà.