Sarebbe uno dei principali diktat imposti da Dino Bramanti che, salvo sorprese dell’ultim’ora, sarà il candidato del centrodestra per le prossime elezioni amministrative. Il direttore scientifico dell’Irccs, avrebbe manifestato la volontà di non essere appoggiato da liste che abbiano simboli di partito, quindi nell’intera coalizione di centrodestra, o per lo meno per quel che riguarda Forza Italia, ci potrebbe essere una netta prevalenza di liste civiche, ma che al proprio interno possano contenere uomini di partito.
Una chiara volontà da parte di Bramanti di voler essere volto ed espressione di un progetto politico inclusivo, che guardi poco all’appartenenza politica e più ai programmi e agli obiettivi da perseguire. In questo senso potrebbero trovare molto spazio i professionisti della “società civile”, di quegli organi professionali che in questi anni hanno reclamato sempre più spazio.
Presidenti dei vari organi come Vincenzo Ciraolo, Enrico Spicuzza ma anche Pino Falzea, potrebbero esprimere propri nomi in una o più apposite liste. Per quanto riguarda l’aspetto strettamente politico, dovrebbero essere tre le liste formate dalla corrente Genovese, na dovrebbe essere quella che sia diretta espressione di Nino Germanà, mentre si dovrebbe confrontare sul terreno cittadino anche l’assessore regionale, Bernadette Grasso, pronta a proporre dei propri nomi.
Va verso il rientro il dissidio interno con l’attuale presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, che nonostante l’addio a Genovese potrebbe dare il proprio supporto alla coalizione con una o due liste. Nelle ultime ore sta prendendo sempre più corpo l’idea di un passaggio di Peppe Picciolo a sostegno proprio di Bramanti, con una propria lista formata da fedelissimi.
Il leader di Sicilia Futura vivrà la riunione del direttivo del Partito Democratico da separato in casa, pronto ad annunciare la propria adesione l progetto Bramanti non appena saranno limati gli ultimi dettagli.
L’idea del centrodestra è quella di creare una coalizione tanto numerosa quanto forte nei numeri, l’unico modo che dà questa legge elettorale per poter vincere al primo turno e non rischiare di subire la beffa al ballottaggio e l’unico modo sembra quello di rendere il progetto meno politicizzato possibile.