Il tintinnio delle manette al Consorzio autostrade siciliane e la burocrazia non smuovono la frana sull’A18 a Letojanni, ormai divenuta “monumento” siciliano all’incapacità gestionale. Il nuovo direttore generale del Cas, Leonardo Santoro, sarà quindi chiamato a dirimere una matassa che ogni giorno si ingarbuglia sempre di più.
Numerosi gli enti coinvolti, compresa la Regione, che per bocca del governatore Musumeci aveva annunciato immediati provvedimenti, naturalmente rimasti spot da campagna elettorale. Parole, solo parole ed aumenta l’indignazione dei cittadini che ormai non sanno più a che santo votarsi.
“Se penso alla frana di Letojanni mi cadono le braccia”: questa l’ammissione dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone. In effetti non aveva torto. Intanto il progetto per la realizzazione di due gallerie per allargare il piede della frana e renderlo più stabile slitta ancora (la conferenza dei servizi fissata il 21 marzo è stata posticipata al 10 aprile). Poi bisognerà avviare le procedure per l’affidamento dell’appalto.
Un’operazione da 12,5 milioni di euro (nove milioni sarebbero stanziati dal Cas, il resto dalla Protezione civile). L’autostrada non verrà chiusa integralmente: prima si lavorerà sulla carreggiata in direzione Catania, successivamente sull’altra.
Impossibile parlare di tempi per vedere ultimate le opere, secondo previsioni ottimistiche gli interventi potrebbero concludersi entro il 2019. Naturalmente tutto dipenderà dalle procedure degli appalti e dall’apertura dei cantieri.
Ci sarà da pazientare ed anche molto per rendere inoffensivo un costone, che pende come una Spada di Damocle sulla testa degli automobilisti. E non mancano i commenti sul social network con una serie di gruppi che denunciano le inefficienze di un’autostrada lontana anni luce dagli standard di sicurezza europei.
Tonino Demana
Frana sull'A18, arresti e burocrazia rallentano il progetto per rimuoverla
lunedì 19 Marzo 2018 - 08:30