Renato Accorinti punterà su un tris di liste per giocarsi tutte le proprie chance di restare incollato alla poltrona di primo cittadino. Lo scenario del mondo accorintiano, però, nell’arco di questi anni è profondamente cambiato, il movimento simbolo della “rivoluzione” accorintiana, Cambiamo Messina dal Basso, ha perso quella vocazione civica che l’ha contraddistinto in occasione dei suoi primi passi salvo poi uscire un’anima profondamente di sinistra.
Scontata, dunque, una lista che sia espressione diretta del movimento e che possa vedere la partecipazione diretta degli assessori Federico Alagna e Daniele Ialacqua, ma anche dei consiglieri Ivana Risitano e Cecilia Caccamo. Ancora in stallo la posizione di Lucy Fenech, che da tempo appare un corpo estraneo al mondo militante di CMdB.
Domenica c’è stata la riunione in cui in molti hanno dato la propria adesione di massima ad un progetto che punta ad incrementare la presenza accorintiana nel prossimo consiglio comunale. Inevitabile anche la creazione di una lista filoamministrativa, che racchiuderà nomi che siano espressione diretta degli assessori, da De Cola a Signorino, passando per la Santisi.
In campagna elettorale si vorrà valorizzare anto fatto dalla Giunta Accorinti in questi anni, lo stesso Signorino ha ribadito come il primo atto sarebbe la riproposizione della delibera che punta ad allargare a vent’anni la durata del Piano di Riequilibrio.
La voce fuori dal coro potrebbe essere Gaetano Cacciola. Il vicesindaco presenterà una lista indipendente, puntando sui risultati ottenuti soprattutto in ambito Atm, considerata il fiore all’occhiello d questi anni di amministrazione. Più liste per cercare quel consenso necessario per bissare l’impresa del 2013, ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata tanta.
La luna di miele con il movimento Indietrononsitorna fondato da Elio Conti Nibali e Rosario D’Anna è finita da tempo, per non parlare di quel mondo accademico che subì il fascino dell’amministrazione dal basso sembra trovare la propria collocazione naturale nel Partito Democratico.
Un dialogo sembra essersi aperto con una minoranza di Liberi e Uguali, che però sarebbe più orientato verso un accordo con il Pd.