Resteranno ad occupare l’aula consiliare a tempo indeterminato, fino a quando non riceveranno le dovute garanzie. Già da qualche settimana si sono riaccesi i riflettori su Casa Serena, in modo particolare su quei 12 lavoratori in attesa di un reimpiego. Si tratta di quei lavoratori che non hanno scelto la strada della riqualifica, dopo che nel 2014 il Comune ha firmato con i sindacati un protocollo d’intesa, necessario dopo l’inizio dei lavori di manutenzione nella struttura di Montepiselli. Per i 35 lavoratori che hanno scelto la strada della riqualificazione, l’assessore Santisi ha annunciato già la scorsa settimana che saranno riutilizzati assistenza domiciliare e sociosanitaria, cioè l’Adi, mentre per chi ha scelto una strada diversa il futuro lavorativo sembra ancora nebuloso.
Quest’oggi è tornata a riunirsi la commissione servizi sociali, ma l’assenza del dirigente Domenico Zaccone e dell’assessore Nina Santisi, non ha affatto aiutato a rasserenare gli animi. I lavoratori continuano a non ricevere le risposte dovute, così hanno deciso di occupare l’aula consiliare, fino a quando non riceveranno garanzie su un loro reimpiego. Si tratta di operatori con le più svariate qualifiche, da amministrativo a caldaista passando per barbiere. Ma il vero motivo del loro malcontento è l’assunzione di cinque nuovi lavoratori che adesso sarebbero all’interno di Casa Serena, un’operazione che ha fatto andare su tutte le furie chi da quattro anni aspetta una ricollocazione.
I lavoratori, a fine seduta, hanno minacciato di occupare l’aula consiliare e dalle parole si è presto passato ai fatti. Neanche l’intervento della Polizia Municipale ha fatto desistere gli occupanti, che nel frattempo hanno trovato la collaborazione dei consiglieri Alessandro La Cava e Daniele Zuccarello: “Questi lavoratori sono stati traditi e abbandonati da questa amministrazione, ma anche dai sindacati. Loro non chiedono nient’altro che l’applicazione del protocollo d’intesa sottoscritto dall’assessore Mantineo nel 2014”. Una modalità di protesta che però non ha raccolto i consensi di tutti i consiglieri, tra cui Fabrizio Sottile e Piero Adamo, che pur schierandosi in aula apertamente con i lavoratori non hanno approvato questo gesto ritenuto fuori dalle regole.