Hanno trascorso la notte nella sala consiliare di Palazzo Zanca gli ex lavoratori di Casa Serena, che da ieri pomeriggio si sono barricati per protesta dopo la seduta della commissione consiliare. La nottata è trascorsa, gli occupanti non hanno intenzione di mollare le tende e tornare nelle loro case, ma la loro presenza non ha impedito il regolare svolgimento dei lavori delle commissioni. Questi undici operatori chiedono il rispetto del protocollo d’intesa firmato dall’ex assessore ai Servizi Sociali, Nino Mantineo, e dai sindacati, nell’estate del 2014, quando è stato necessario un taglio del personale per via della riduzione degli ospiti nella struttura di Montepiselli, che doveva ricevere alcuni interventi di manutenzione.
35 lavoratori si sono riqualificati e hanno avuto un impiego in altri settori del comparto, per chi ha scelto una via diversa c’è stato l’inizio di una lunga immobilità lavorativa, nella speranza che presto o tardi si riaprissero le porte di Casa Serena. Ma così non è stato, ma la denuncia che fanno questi lavoratori riguarda l’utilizzo di nuovo personale all’interno della struttura, azione che di fatto ha scavalcato, se non invalidato, quanto messo nero su bianco quattro anni fa. L’assessore allo sviluppo economico, Guido Signorino, ieri sera ha detto che porterà la questione in Giunta martedì, su suggerimento del consigliere comunale Alessandro La Cava, rimasto fino a notte fonda al fianco dei lavoratori, si potrebbe scegliere la strada della solidarietà sociale.
Vale a dire quella di riunire in un tavolo tecnico tutti gli amministratori delle cooperative, chiamati ad utilizzare per i prossimi mesi questi lavoratori, diminuendo le ore a disposizione di chi già lavora, un piccolo sacrificio per un’equa spartizione del lavoro in attesa che, con lo sblocco dei nuovi fondi PAC, coloro che oggi protestano ritornerebbero a Casa Serena. Ma intanto la protesta proseguirà a tempo indeterminato: “L’amministrazione puntualmente è assente o disattende le promesse – ha dichiarato Giuseppe Stella, ex lavoratore di Casa Serena – questo protocollo d’intesa prevedeva l’impegno dell’amministrazione di un reimpiego o di una reintegrazione. Il problema è che da Casa Serena vi sono state delle uscite, alcuni lavoratori non ci sono più ma non siamo stati richiamati e al nostro posto sono state assunte altre persone. Noi chiediamo risposte all’amministrazione, vogliamo sapere perché le cose sono andate così”.