Nessun deputato regionale o onorevole al seguito, nessun simbolo di partito attorno, solo quello con la scritta “Bramanti Sindaco”. L’ormai ex direttore scientifico dell’Irccs Centro Neurolesi inizia la propria campagna elettorale oggi, dal palco del Foyer del Teatro Vittorio Emanuele, un’avventura che durerà poco più di due mesi e che ha come obiettivo quello di entrare a Palazzo Zanca con la fascia tricolore. Dino Bramanti non parla di politica ma alla politica, a quella politica che gli ha chiesto di scendere in campo in prima persona a sostegno di quel “progetto Messina” che ha come obiettivo principale quello di mettere al centro le idee per lo sviluppo e il merito, dando un calcio al manuale Cencelli.
Una richiesta arrivata direttamente da Palermo: “Mi ha chiamato personalmente il presidente Musumeci, mi ha chiesto di mettermi in gioco e di mettere in campo per la mia città i miei valori. Io sono nato e cresciuto a Messina e per lei ho accettato. Abbiamo interloquito più di una volta, una cosa è certa la Città di Messina non andrà col piattino dell’elemosina da nessuna parte, qua ci sono fior di imprenditori e professionisti che sono pronti a mettersi in gioco”.
Bramanti propone il modello Messina: “La primo posto ci sono i progetti – ha dichiarato – ricordo che con il Centro Neurolesi uno delle prime azioni che ho fatto è stata quella di intercettare alcuni fondi europei, quando le chiacchiere da “buddaci” lasciano spazio alle azioni avviene che se si vuole si può arrivare fino ad Amsterdam ed è esattamente questo il modello che noi vogliamo proporre. Questa è una novità assoluta, che applicheremo nelle azioni e nelle scelte politiche, non si userà il Cencelli per scegliere gli assessori ma sarà premiata la professionalità e la capacità. Toccherà vedere il bilancio, senza benzina non si và da nessuna parte e sarà fondamentale fare uno screening accurato delle condizioni delle casse comunali. Molta importanza sarà data all’assessorato alle Politiche Giovanili, i giovani messinesi non devono più partire anzi dovranno essere i nostri cacciatori di fondi da Palermo a Bruxelles”.
La politica però torna protagonista e il grande interrogativo riguarda il ruolo che ricoprirà all’interno del modello Messina: “Deve cambiare il sistema di fare politica, si deve tornare a capire ciò che vuole la gente altrimenti l’ondata dei populismi sarà inarrestabile e meritata. Io parto dalla base politica che ha sostenuto il Governatore Musumeci, ma questa base non mi porta all’isolamento anzi sono pronto a dialogare e coinvolgere tutti, dal Partito Democratico a Peppe Picciolo. Prima di tutto vanno messi i progetti per la città, le divisioni vanno accantonate in nome del dialogo costruttivo ma basato su principi chiari e definiti. Mi riferico anche ad Accorinti, con cui ho uno splendido rapporto, ma anche a Cateno De Luca”.
Foto Rocco Papandrea