Il dado è tratto, le riserve sono finalmente sciolte, adesso per il centrosinistra giunta l’ora di stringersi attorno ad Antonio Saitta e giocarsi le proprie chance in vista delle prossime elezioni amministrative del 10 giugno. Una candidatura partorita nel lungo tempo, forse troppo, che stronca le velleità di chi sognava una svolta generazionale, invece ha prevalso il desiderio di puntare su una figura più tecnica con un passato da candidato sindaco nel 2003.
Una scelta che sancisce la definitiva presenza di Sicilia Futura dentro la coalizione, un connubio che non era diventato così scontato all’indomani del terremoto elettorale del 4 marzo.
Addirittura si erano aperti spiragli per un appoggio a Bramanti, ma la sensazione è che l’ex direttore L’ex capogruppo all’Ars, Giuseppe Picciolo, benedice la candidatura di Saitta: “Sicilia Futura si conferma una componente importante di questa alleanza – ha dichiarato – è stata una candidatura molto elaborata, figlia di un confronto sereno ma ponderato, si sa che d’altronde la democrazia è faticosa ma proprio per questo bella. E’ stato scelto un profilo di alto profilo, così come lo erano Francesco Palano Quero, esponente storico del partito, e Giovanni Lazzari, personaggio di spicco della società civile. Dopo l’esperienza Accorinti è fondamentale puntare sulla qualità, Saitta fornisce garanzie in termini di competenze sullo sfruttamento delle risorse dei fondi europei, ma anche sul buon funzionamento della macchina amministrativa. Non sono d’accordo con chi dice che con Saitta ha prevalso l’area accademica, la sua presenza e il suo impegno all’interno del Pd risale a prima dell’avvento di Pietro Navarra e Franco De Domenico”.
Inevitabile un messaggio verso Francesco Palano Quero e Alessandro Russo, quest’ultimo pronto a dimettersi da vicesegretario provinciale: “La loro competente, a cui associo anche Filippo Cangemi, viene da un lungo percorso di militanza, fin dai tempi del gruppo giovanile. Come ogni componente avanzavano delle legittime pretese, hanno chiesto apertamente che venissero svolte le primarie ma il tempo era obiettivamente poco per mettere in piedi tutta la macchina organizzativa. Mi auguro, anzi sono certo, che non mancherà il loro supporto qualitativo e quantitativo. Come dice il nostro Alessandro Tinaglia, ognuno di noi dovrà affrontare questa campagna elettorale come se fosse candidato sindaco”.
Adesso si deve parlare di programmi, anche se Sicilia Futura, a dire il vero, un programma lo ha già messo nero su bianco per presentarlo al tavolo degli alleati. Al primo posto c’è la costruzione del Ponte sullo Stretto, la messa in posa della prima pietra entro i primi mille giorni dall’insediamento della nuova amministrazione: “Il Ponte per noi è una struttura necessaria, ma non deve diventare uno slogan da campagna elettorale anche perché la costruzione di quest’opera non dipende certamente dall’amministrazione. Per noi rimane uno strumento d sviluppo fondamentale, ma siamo pronti ad ascoltare soluzioni alternative ma anche di indire un referendum locale così come prevede lo statuto comunale. A noi non piacciano gli slogan urlati e i no per partito preso, siamo pronti a confrontarci con chiunque a patto che ad ogni bocciatura corrisponda una proposta che abbia come scopo il bene della città”.