Dall’inclusione allo scontro. Nelle ultime ore la solidità del centrodestra si è sciolta come neve al sole, tutta “colpa” del fattore B. B come Bramanti, il candidato fortemente sponsorizzato dal Governo regionale con la benedizione dell’establishment di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ma anche B come Barrile, ex genovesiana di ferro che ieri ha mostrato l’efficacia della propria forza elettorale, riempiendo a dismisura il Salone delle Bandiere creando al Comune un clima da giorno feriale.
La presentazione della propria candidatura, per qualcuno doveva essere una dimostrazione d forza da parte della stessa Barrile, un messaggio forte e chiaro che doveva essere recepito dall’ex direttore scientifico dell’Irccs. Invece è stato un messaggio che la Barrile ha tenuto per se, una presa di coscienza che ha instaurato la consapevolezza di poter affrontare l’avventura elettorale in solitaria.
In fin dei conti la risposta è stata incoraggiante, l’entusiasmo non manca quindi nulla appare deciso. Che quello di Dino Bramanti e di Emilia Barrile fossero due mondi paralleli lo si sapeva, da una parte il manager affermato in campo scientifico, dall’altra la donna che rivendica con forza la propria provenienza popolare tanto da conoscere uno ad uno tutti i propri potenziali elettori. Ad accomunarli, almeno fino a ieri, poteva essere l’appartenenza a quel centrodestra diventato magicamente un contenitore troppo piccolo per tenere unite divergenze così ampie.
Tra i due la scintilla non è mai scoccata, Bramanti ha sempre ritenuto la Barrile parte integrante della squadra, ma non aveva fatto i conti con l’oste. Dietro quell’apparente tranquillità covavano dissapori ben più profondi.
La rottura definitiva si è materializzata ieri, la Barrile ha giocato a carte scoperte discendo di voler puntare alla poltrona di primo cittadino, mentre il colpo di grazia lo ha dato Bramanti chiudendo le porte senza accettare “condizionamenti”. Adesso la strada per quella che doveva essere la corazzata Bramanti si potrebbe fare sempre più impervia, l’obiettivo del successo al primo turno si fa sempre difficile, anche perché a drenare voti non ci sarà solo la Barrile ma anche il vulcanico Pippo Trischitta.
Toccherà far chiarezza nel centrodestra, rimboccarsi le maniche per evitare un fallimento che avrebbe dell’incredibile, il tempo non è molto ma nulla sembra irrecuperabile, anche se presentarsi in modo compatto all’appuntamento del 10 giugno sarebbe stata tutta un’altra storia.
Chi pensava che il caso Barrile potesse rientrare con un battito di mani si sbagliava, questo è già il primo sintomo di uno scenario politico tutt’altro che decifrabile.