La campagna elettorale è entrata nel vivo, in città si respira un certo fermento anche se, eccezion fatta per qualche rara eccezione, tra i candidati alla poltrona di primo cittadino sta regnando un certo fair play. I messaggi anti-Bramanti lanciati da Trischitta rappresentano, appunto, un’eccezione, così come la tensione che si è registrata tra l’ex direttore scientifico dell’Irccs e la presidente del Consiglio Comunale, Emilia Barrile, che ha fatto sì che il centrodestra perdesse un altro pezzo. L’obiettivo di questo scorcio di tornata elettorale sembra proprio quello di drenare più voti possibile al candidato ufficiale del centrodestra, che potrà contare su una schiera di oltre 300 candidati al civico consesso, visto che si sta lavorando ad una composizione di ben dieci liste che dovrebbero essere sia civiche che di partito.
Si punta al raggiungimento del 40 % al primo turno, questo è chiaro, il ballottaggio rappresenta sempre un rebus, quindici giorni possono stravolgere quegli equilibri che sembravano consolidati, per informazioni chiedere a Felice Calabrò. Il forum dei giovani e la presenza dell’assessore regionale alla Sanità, Ruggiero Razza, rappresenta la prima carta che si gioca Bramanti, in termini politici è la benedizione ormai proclamata tra il Governo regionale e il candidato. Quello che rappresenta il più grande timore per il “mondo” Bramanti è invece la forza e la speranza per gli altri candidati, che nella giornata del 10 giugno puntano al secondo posto per poi tentare il colpaccio nell’eventuale ballottaggio. Antonio Saitta per il centrosinistra e Gaetano Sciacca per il Movimento 5 Stelle devono ancora fare i primi passi ufficiali, ma intanto il primo può contare su un ambiente meno forte elettoralmente ma sicuramente meno frammentato rispetto a cinque anni fa, soprattutto dopo il rientro dell’ennesimo caso Quero-Russo.
Si cercherà di puntare negli ambienti della sinistra tradizionale quanto in quelli prettamente universitari e non solo. Il secondo invece cercherà di cavalcare l’onda del consenso grillino che ha portato al clamoroso 28-0 nei collegi uninominali siciliani il 4 marzo scorso, anche se le elezioni amministrative si giocano su ben altri equilibri. Sarà comunque il primo vero banco di prova per i pentastellati messinesi, che hanno puntato su un professionista proveniente dalla così detta società civile e non sul classico grillino della prima ora. La variante impazzita è rappresentata da Cateno De Luca, l’uomo che più di tutti sembra in grado di intercettare il classico voto di protesta, che rispetto a cinque anni, però, potrebbe essere molto più frammentato vista la presenza più numerosa di candidati estranei all’establishment dei partiti.
De Luca oltre che per le sue battaglie, sta raccogliendo apprezzamenti soprattutto per i risultati amministrativi raggiunti negli anni da sindaco di Fiumedinisi e, soprattutto, Santa Teresa di Riva, questo gli ha permesso di superare le resistenze di chi temeva “un altro Accorinti”. E così arriviamo proprio al sindaco uscente, che in questi primi giorni di campagna elettorale pare abbia messo da parte il megafono della protesta per spiegare i risultati raggiunti dalla sua amministrazione. L’incontro che si è svolto a Palazzo Zanca pochi giorni fa ne è una prova, ma questi incontri Accorinti aveva promesso di farli periodicamente per tenere vivo il proprio elettorato, ma così non è stato.
Nonostante tutto, gli accorintiani tengono vivo il sogno di un altro colpaccio. Un fine comune unisce Giuseppe Trischitta ed Emilia Barrile, quello di rompere il fronte Bramanti e di dimostrare la propria forza elettorale a tutto il centrodestra. Una prima dimostrazione di forza la Barrile l’ha già data domenica scorsa, Palazzo Zanca pullulava di sostenitori, dimostrando la cura e l’attenzione avuta per l’elettorato nell’arco di tutti questi anni. I frutti di una semina che spera di raccogliere anche l’ex capogruppo di Forza Italia, che spera di essere l’uomo simbolo di quella destra che non ha mandato giù la candidatura di Bramanti.