– Cosa teme il candidato a sindaco del Centrosinistra, Antonio Saitta, se teme qualcosa, magari nei suoi avversari o nella sfida con se stesso, visto che sta affrontando la sua seconda competizione per la conquista dello stesso “scettro”? “La credibilità è quella che conta. Io temo l’abulia, temo il disfattismo di questa città, temo l’apatia, il lasciar perdere per puro abbattimento. Noi dobbiamo contrastare questo nemico che è dislocato nel nostro territorio. Non è l’avversario che dobbiamo schivare bensì il non aver fiducia nella nostra comunità. Nell’ora dell’antica politica, io schiero l’impegno di professione e la passione civile che mi ha accompagnato sin dai banchi di scuola. Providenti è il primo che ha creduto in me. A lui si devono lo sviluppo e le scelte importanti per Messina. I nostri gruppi insieme hanno introdotto la sintesi di tutto ciò. Una coalizione che vede impegnata al massimo un Movimento come Sicilia Futura, forte della sua percentuale di voti”.
Il prof. Antonio Saitta è un accademico che, senz’altro, ha un background culturale da esprimere al servizio della città e che, tra oggi pomeriggio e questa sera, nel nuovo Comitato Elettorale vicino piazza Cairoli, ha manifestato in maniera anche schematica, nel tentativo di trasmettere semplicità ai suoi sostenitori. È amante della natura e persino un velista (iniziato a questa pratica sana da Gabriele Siracusano, come curiosità) che non potrebbe fare a meno delle meraviglie del mare da vivere “non per sentito dire”, ma da protagonista che dà un peso e un valore alla loro tutela. Del resto, ha già effettuato l’attività politica e vuole dedicarla e prestarla, chissà, non in un nuovo mandato da vicesindaco ma intanto al ballottaggio di una “gara” che si profila estenuante, guardando ai tanti attori del Centrodestra.
– C’è stato almeno un periodo in cui ha pensato che fosse tardi per la discesa in campo?
“Hanno preferito insinuare che fossimo mal organizzati, piuttosto che pensare che volessimo coordinarci con i migliori elementi possibili e soprattutto trovare unità di intenti, di scelte e collaborazione. Se il ritardo è servito ad avere la pace di tutte le personalità e osservare dalla finestra la guerra degli altri, ben vengano i ritardi”.
– Come giudica i suoi avversari? Il vero antagonista è rappresentato dai Cinquestelle o il muro di gomma è più Bramanti?
“La nostra squadra composta da uomini e da donne è perfettamente in grado di mettere in piedi Messina battendosi contro muri di gomma e nuove leve. Il progetto è di credere in un nuovo progetto di città. Dovremmo definire i contenuti programmatici per capire da dove partire. Ormai, anche piazza Cairoli sembra periferia in una sorta di disfacimento urbano. Dovremmo discutere. Noi ci saremmo al ballottaggio”.
– C’è una compagine di assessori con le loro deleghe ben definite, a parte il ticket ben delineato e suggellato con il vicesindaco Maria Flavia Timbro?
“In questa fase, abbiamo fatto il nome della Timbro che è una professionista di grande livello, una donna impegnata per la costruzione di una società futura attraverso il suo vissuto, un esempio positivo di persona che ha spiccate determinazione e capacità”.
La Timbro ambisce ad una città che non sia in alcun aspetto discriminante né per età né per genere né per razza. “La sua presenza a fianco di Saitta è la dimostrazione che l’esperienza e la discontinuità possono intrecciarsi e completarsi – afferma -. La mia generazione non deve trovarsi o sentirsi in mezzo ad una strada e senza sbocchi di carriera ma deve incarnare il reale cammino del domani”.
Noi proseguiamo con il professore ordinario di diritto costituzionale, oltre che candidato.
– Pensa di eguagliare o surclassare la performance stabilita nel duello del passato con Peppino Buzzanca, dove c’era stata una brillante partita giocata anche sull’individualità, perché no, sul personaggio Saitta, esponente comunque di un mondo universitario?
“Lì fu un successo, riuscii a calamitare un 44% dei consensi dei messinesi. Ma era uno scenario completamente diverso. Eravamo solo due candidati sindaci, due ideologie contrapposte. Qui invece c’è una esplosione di candidature, un Centrodestra che non si sa più se ne ha smistati tre o quattro. Ci sino candidati espressione dell’Amministrazione uscente, quelli Pentastellati. Uno scenario nel quale ci presentiamo con enorme compattezza ed apertura, una condizione ampia che tende ad aprirsi sempre di più ai cittadini, alle associazioni di categoria, ai movimenti, alle forze sociali e ad assorbire sempre più fiducia”.
Non a caso nel pubblico, c’erano l’ex Presidente dell’Ordine degli Architetti, Giovanni Lazzari, attuale componente del Cru e ex papabile nella rosa dei candidati sindaci e l’ex Presidente dell’Ordine degli Avvocati Celona.