Cambiare l’impostazione e la struttura di Messina, dove per tanti anni si è costruito troppo e male e in barba alle normative sulla sicurezza. Si alza il sipario sul nuovo Piano regolatore, uno strumento su cui l’amministrazione Accorinti lavora da tempo e che viene svelato ai messinesi con tre anni di ritardo. Lo stesso assessore all’Urbanistica, Sergio De Cola, annunciò come entro il 2015 la delibera sarebbe dovuta approdare in Consiglio Comunale a fine 2015. Meglio tardi che mai, tra problemi burocratici, tecnici e gestionali, il Prg mostra ha mostrato il proprio volto venerdì pomeriggio al Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca.
Il deus ex machina del Piano è l’esperto Carlo Gasparrini, il consulente che ha vinto il bando promosso dal Comune proprio nel 2015. Il Piano Regolatore si basa su cinque strategie per altrettante città: città mosaico di paesaggi eccellenti, resiliente e antifragile, policentrica, interconnessa e accessibile ed infine la città attrattiva. “E’ evidente che negli ultimi decenni in questa città si è costruito troppo e male, secondo il Piano Borzì nel 2018 ci sarebbero dovuti essere 284mila abitanti, ce ne sono 50mila in meno, è evidente che nel frattempo qualcosa è andato storto. Vani e abitanti sono stati sovrastimanti, ormai non si deve più consumare altro suolo e guardare solo ad ampliare dal basso verso l’alto. Puntiamo al Parco dei Peloritani, la sequenza dei paesaggi costieri, le eccellenze sui due mari e la ferrovia. A far da ponte tra i Peloritani e il mare sono le fiumare, i torrenti, che nello schema vengono definite “infrastrutture blu”. Sergio De Cola aggiunge: “Quello di oggi non è uno spot elettorale, avremmo voluto presentare il Prg molto prima. Come amministrazione abbiamo dettato le linee guida, ma non abbiamo mai imposto a Gasparrini il nostro volere”.