Le porte, a dire il vero, sono aperte dal 2 gennaio scorso, da quel momento il centro polifunzionale per autistici (e non solo) “Carmelo Arigò” ha iniziato a muovere i suoi primi passi, a farsi conoscere per tentare di dare il proprio supporto nel panorama dell’assistenza e delle terapie. Questa mattina il primo passo ufficiale nella sede di Sant’Agata, alla presenza dei genitori dei bambini che da settimane ricevono le adeguate terapie. Una realtà sorta grazie all’impegno dei fratelli Massimo e Salvatore Potenzone, rispettivamente presidenti della cooperativa Over the Rainbow e l’associazione Nati per la Vita, che hanno creato un progetto ritenuto meritevole di finanziamento da parte della Fondazione Franza-Matacena.
Una realtà che si può pregiare anche della collaborazione con l’Università degli Studi di Messina, a supervisionare l’aspetto strettamente tecnico delle terapie è infatti la professoresse Pina Filippello e Anna Murdaca, nel ruolo di supervisori scientifici. Un centro che può contare su tre psicologhe, due neuro psicomotriciste, un OSA e una logopedista. A loro il compito di far svolgere le terapie alla presenza dei genitori, la cui partecipazione è ritenuta importante: più inclusione per non escludere. Giocare per aiutare l’interazione del bambino autistico con il mondo esterno, grazie agli strumenti ludici e alle stanze colorate che puntano a stimolare la creatività dei piccoli pazienti.
Salvatore Potenzone al momento del canonico taglio del nastro annuncia: “Abbiamo tanti progetti in cantiere – ha dichiarato – innanzitutto vorremmo allargare lo spazio a disposizione dei bambini, costruendo un’area giochi, grazie alla donazione del Rotary Club. Inoltre ci doteremo anche di una piscina. I costi di quest’ultima saranno interamente coperti grazie ad una donazione della famiglia Cuzzocrea che ringrazio calorosamente. Tutto questo viene fatto anche in memoria del compianto ex Rettore, Diego Cuzzocrea. Inoltre creeremo un orto, faremo un vero e proprio laboratorio dove i bambini possono portare avanti ulteriori importanti terapie. Naturalmente non posso non ringraziare la fondazione Franza-Matacena per il contributo dato al nostro progetto”.