La storia non ha insegnato nulla ai 5Stelle. Ignorano, infatti, che Troia non venne conquistata con la forza (Achille), nè con la protervia (Agamennone) e neppure con l’astio di Menelao (marito tradito). Ulisse con la sua furbizia e il suo acume politico fu l’artefice della caduta di Troia.
Ignorano i grillini che Leonida, re di Sparta, tenne in scacco alle Termopoli il più numeroso e organizzato esercito mai visto: l’esercito persiano del re Serse figlio di Dario. La storia è maestra perché insegna. I grillini invece si sono convinti di essere l’alfa e l’omega della politica e protagonisti assoluti della storia. La miope supponenza è tale da ritenere di potere fare a meno di ogni passata vicenda e degli insegnamenti.
Chi scrive non condanna chi non si è nutrito di Omero, non comprende tuttavia l’arroganza di chi sconosce o vuole raggirare i principi fondanti di una repubblica parlamentare. Il movimento 5Stelle dovrebbe comprendere che, il risultato elettorale avuto alle politiche del 4 Novembre, non è sufficiente per governare. È superfluo sottolineare che la coalizione di centrodestra ha ottenuto più voti e sicuramente (in una repubblica parlamentare) ha più diritto a scegliere il partner con cui governare. Lo sancisce la Costituzione!
Questo semplice concetto non è accettato dai 5Stelle, essi credono di essere i depositari del Verbo e si illudono di potere scrivere la storia del presente incuranti delle procedure e della stessa arida matematica. Poichè ignorano l’Iliade non hanno imparato nulla da Ulisse ( l’avo politico di Machiavelli) e vogliono adottare la teoria andreottiana dei “due forni” senza volere imitare la capacità di concertazione della DC. Sconoscono i figli di Grillo che la Democrazia Cristiana anche col 40% dei suffragi si adoperava per costituire governi con altre forze politiche. La storia politica non va sconosciuta. Il miglioramento nasce dalla conoscenza. Pare che il M5S non voglia accettare neppure questo elementare presupposto. Da ciò derivano le cocenti sconfitte in Molise e nel Friuli Venezia Giulia che attestano la futura liquefazione dei 5Stelle e l’irrilevanza presente. Cosa spinge questo giovane movimento all’autodistruzione? Narcisismo, autoreferenzialità e incompetenza. Non pensino i grillini che i risultati ottenuti in Molise e Friuli siano espressione di un voto locale e pertanto senza significato. Anche lo statista di Rignano, tronfio come un pavone dopo il voto europeo, giudicò l’esito delle regionali e delle ammistrative insignificante e privo di conseguenze. I fatti lo hanno sonoramente sconfessato.
Sarebbe opportuno che il M5S riflettesse e mettesse da parte la maschera dell’autosufficienza e il vestito dell’autocelebrazione, rompesse lo specchio ingannevole che riflette una ingannevole e ostentata diversità. La politica è compromesso ossia espressione della necessità di tutti. Gli elettori considerano i cinquestelle dei bravi alunni non i primi della classe. Di Maio e company si considerano invece delle eccellenze anche se non conoscono la storia. Sembra loro che la piattaforma Rousseau possa sostituire Omero, il click un verso, il blog l’Iliade.