Che brutta campagna elettorale, avete superato i limiti della decenza. Chi insulta non guadagna consensi

Redazione

Che brutta campagna elettorale, avete superato i limiti della decenza. Chi insulta non guadagna consensi

domenica 06 Maggio 2018 - 11:03

La misura adesso è colma. I toni della campagna elettorale hanno superato ogni limite consentito dalla decenza e dalla legge. I candidati farebbero bene a riporre nel cassetto le rivoltelle perché la campagna elettorale è ben altra cosa rispetto all’insulto seriale. Stanno sbagliando tutti indistintamente, da quelli che insultano a chi risponde e persino chi se ne sta alla finestra godendosi lo spettacolo.

Chi ci perde è la decenza del dibattito politico, fuorviato dalle polemiche che tendono ad oscurare il senso della campagna elettorale. Serve un dibattito serio per illustrare i programmi e confrontarsi su temi topici, dopo cinque anni di disastri. Ma tutto questo può solo avvenire se i protagonisti svestono i panni dei teatranti melodrammatici. Siamo stanchi di ascoltare la stessa musica da settimane, di assistere ad inutili conferenze stampa diventate strumento per vomitare veleni sugli altri candidati.

Il tutti contro tutti, alla fine, penalizza solo la formazione dell’opinione pubblica e quindi il cittadino che non riesce a soddisfare il desiderio della conoscenza sui candidati alla carica di sindaco. E’ innegabile che il professore Dino Bramanti sia diventato il bersaglio mobile di questa campagna velenosa, lo è per il semplice motivo che si tratta del candidato da battere. La polemica sui concorsi è solo strumentale perché come hanno dimostrato i sindacati, le stabilizzazioni andavano fatte per legge. E poi, parliamoci chiaro, come si fa a rendere strumentale la sistemazione di un padre di famiglia?

Ma c’è da chiedersi fino a che punto l’insulto, le maldicenze e le insinuazioni possano trasformarsi in consensi per gli avversari. A sentire la gente c’è una certa irritazione, un sentiment che alla fine potrebbe spingere il messinese a prendere grattopardesche decisioni. Alla resa dei conti, cari candidati volete regalare a Messina altri cinque anni di Accorinti? Se la risposta è sì, continuate pure. Ma assumetevi le vostre responsabilità.