Disco rosso per la stabilizzazione dei portaborse all’Ars. Ieri la Corte dei conti regionale si è pronunciata sul tema, stabilendo in sintesi che i portaborse in capo ai vari gruppi del Parlamento siciliano non sono da considerarsi dei dipendenti pubblici e, pertanto, non abbiano alcun diritto ad essere stabilizzati. Questo perché, stando alle motivazioni fornite dalla sentenza, la categoria dei portaborse non può essere in alcun modo ricondotta a quella dei dipendenti precari presenti nelle pubbliche amministrazioni (l’Ars in questo caso), per il semplice fatto che con le pubbliche amministrazioni non hanno niente a che fare. Infatti, i portaborse non sono assunti di volta in volta dal Parlamento siciliano attraverso un concorso ad evidenza pubblica. Al contrario, sono selezionati su base esclusivamente fiduciaria dai singoli gruppi parlamentari attraverso contratti di diritto privato: “La situazione è del tutto dissimile dalle ipotesi di stabilizzazione del personale precario delle pubbliche amministrazioni – si legge nella sentenza – [perché] si tratta di personale chiamato di volta in volta su base esclusivamente fiduciaria con contratti di diritto privato”.
La tesi in questione è ulteriormente avvalorata dalla natura stessa della parte datoriale, vale a dire dei gruppi parlamentari. Infatti, giuridicamente parlando, i gruppi dei vari partiti politici presenti nel Parlamento siciliano sono da considerarsi come delle associazioni di natura privatistica: “Inoltre la parte datoriale è identificabile con soggetti qualificabili come associazioni di natura privatistica”, si continua a leggere nella sentenza. Pertanto, i portaborse che vengono assunti di volta in volta altro non sono che da considerarsi alla stregua di semplici dipendenti privati. Rimane quindi del tutto preclusa la possibilità di essere assunti all’Ars a tempo indeterminato, con buona pace per gli oltre 350 portaborse alle dipendenze di appena 70 deputati regionali.
Cambiano anche le regole per le assunzioni degli esterni nei gruppi parlamentari a partire dal prossimo luglio. A seguito della recente manovra finanziaria del governo regionale si passerà infatti da 58 mila euro a 38 mila euro messi a disposizione annualmente a beneficio dei singoli deputati regionali. Se vorranno però i deputati potranno girare una parte dei fondi al gruppo per l’assunzione di un dipendente che sarà a disposizione anche dei colleghi parlamentari.