Carmelo Lo Monte risponde ad Antonio Saitta. Il candidato sindaco del centrosinistra aveva ironizzato sulla tormentata adesione della Lega alla coalizione di centrodestra. Immediata la risposta del deputato del Carroccio: “Nelle parole di Antonio Saitta, riportate nell’articolo apparso sulla stampa locale nella giornata di ieri, si coglie un’ acredine che solitamente non appartiene all’aplomb accademico del professore dell’università di Messina. Il docente di diritto amministrativo, già nell’amministrazione guidata da Provvidenti, già vicesindaco nell’amministrazione guidata da Francantonio Genovese, oggi sostenuto da ex deputati nazionali e regionali di svariate amministrazioni di centrodestra, sembra, come accade nel mito delle due bisacce, essere più propenso a cogliere i vizi, seppur inesistenti, degli altri, piuttosto che i propri, viceversa vistosi ed ingombranti. Come nel mito, il professore riesce ad intravedere innanzi a se presunti vizi, senza però riuscire a percepire i vizi accumulati alle sue spalle, rappresentati da un passato che lo ha già visto impegnato nell’amministrazione cittadina, con risultati scadenti, anzi pessimi, e da un presente che lo vede sostenuto da una compagine di refusi del centrodestra, vera casa politica di molti sostenitori del professore che, vittime di insuccessi, hanno avuto travagli ideologici profondissimi che hanno portato cambiamenti di casacca non certo dovuti a caldo ed umidità. Ma vi è di più, tra i vizi accumulati nel fondo della propria bisaccia, quello che più difficilmente vede, in quanto, come scrive Esopo, nascosto alle sue spalle, è il potere che ha ottenuto e conservato nelle proprie mani per più di venti anni. Prima accompagnandosi al potere e sfruttandone i vantaggi della prossimità, oggi essendo egli stesso portatore di un potere forte. Lo ha sfruttato nella veste di prorettore, durante lo svolgimento delle elezioni regionali e nazionali, che hanno visto il direttore generale e il rettore dell’epoca diventare deputato regionale uno e nazionale l’altro. Tutto ciò in virtù di consensi ottenuti esclusivamente in base al proprio ruolo apicale all’interno dell’Università. A ciò si aggiunga che tale potere apicale all’interno dell’università è stato utilizzato per prorogare, in modo a dir poco sospetto, graduatorie concorsuali in coincidenza dei diversi appuntamenti elettorali, circostanze per le quali appare necessaria ,quantomeno, un’interrogazione parlamentare”.