È recente la sentenza di condanna a 8 anni di reclusione nei confronti di Alfio Cardillo, il ventisettenne che il 19 settembre dello scorso anno sequestrò e violentò la dottoressa Serafina Strano, la quale quel drammatico giorno prestava servizio presso l’ambulatorio di guardia medica di Trecastagni, nel Catanese. Si è trattato di un evento che ha suscitato parecchio clamore nell’opinione pubblica italiana, sino ad allora completamente ignara delle precarie condizioni in termini di sicurezza in cui si trovano a dover operare spesso gli operatori delle guardie mediche. Gli ambulatori infatti sono spesso posti presso le realtà periferiche più disagiate, dove la probabilità che si verifichino atti di violenza, non necessariamente sessuale, è decisamente più elevata.
Per questo motivo, il governo regionale è intervenuto per far sentire la propria vicinanza a medici e altri operatori sanitari. La giunta Musumeci infatti ha deciso di far fronte a questa piaga sociale investendo maggiormente in sicurezza. In particolare, recentemente è stato approvato un apposito piano che mira a installare presso gli ambulatori di guardia medica sofisticati sistemi di videosorveglianza e allarme.
Pioggia di finanziamenti nel Messinese. Per la città metropolitana sono stati stanziati un milione e 900 mila euro, risultando tra le province dell’Isola che hanno tratto maggior beneficio da questa misura. L’obiettivo è quello di installare le necessarie dotazioni di sicurezza in 60 dei 104 ambulatori di guardia medica che ne sono ancora sprovvisti. Ancora da stilare il cronoprogramma dei lavori attraverso il quale si procederà con l’installazione delle nuove misure di sicurezza, ma in ogni caso il tempo richiesto non dovrebbe essere eccessivamente elevato.
Sicurezza fai da te. Nel frattempo molte guardie mediche hanno deciso di rafforzare in proprio i sistemi di sicurezza di cui sono dotate. Infatti, sulla scorta dei dati più recenti rilasciati dall’assessorato regionale alla Salute emerge che 215 dei 395 ambulatori di guardia medica dell’Isola si sono dotati di sistemi di allerta collegati con le forze dell’ordine, 96 in più rispetto all’ultimo controllo del 31 dicembre. In aumento anche i sistemi di allarme sonoro (121 in più), i sistemi di illuminazione all’ingresso (95 in più) e i sistemi di videosorveglianza (76 in più). È aumentata anche la presenza di videocitofoni (83 in più) ma sono ancora troppo pochi essendo installati soltanto in 185 ambulatori.