Antoci: "Volevano ammazzarmi, ma ho portato legalità nel Parco dei Nebrodi"

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Antoci: "Volevano ammazzarmi, ma ho portato legalità nel Parco dei Nebrodi"

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mercoledì 23 Maggio 2018 - 10:02

La Procura di Messina ha chiesto l’archiviazione per le 14 persone indagate per l’agguato contro Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, vittima di una sparatoria fra Cesarò e San Fratello.
“Purtroppo non si è riusciti ad individuare gli esecutori dell’attentato – commenta Antoci – ma una cosa certa è venuta fuori dal lavoro di magistrati e forze dell’ordine, nonchè dalle perizie effettuate a Roma: Antoci doveva morire, colpendo prima l’auto e poi, attraverso le molotov ritrovate, incendiarla e obbligare lui e gli uomini della scorta a scendere per essere poi giustiziati.
Altro che atto intimidatorio come alcuni avevano ventilato, guidando la macchina del fango – aggiunge Antoci -. Viene fuori invece l’agghiacciante volontà del commando di uccidere me e gli uomini della scorta attraverso un attentato efferato e crudele.
Pur trattandosi di una richiesta di archiviazione, che non chiude il caso ma che lo mette al riparo da problemi tecnico-giuridici, è venuta fuori, inequivocabilmente, la dinamica dei fatti. Aspetto di leggere meglio le motivazioni della richiesta di archiviazione – continua Antoci – cercando di dare anche io il mio contributo, ma nel frattempo nessuno si illuda tra i mafiosi e i collusi che il pericolo e’ passato, l”impegno va avanti con convinzione e con quanti hanno gustato la libertà e la necessità di portare avanti nei Nebrodi, in Sicilia e nel Paese sani e puliti percorsi di legalità.
Ormai il Protocollo è legge, se ne facciano una ragione, ormai i mafiosi non potranno più accaparrarsi i Fondi europei a discapito dei poveri e onesti agricoltori”.