I Carabinieri della Compagnia di Messina Centro hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. di Messina, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 70enne pensionato ritenuto responsabile del reato di atti sessuali con minorenne compiuti nei confronti di un bambino di 8 anni.
Il provvedimento restrittivo scaturisce da mirate indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Messina Centro, sotto la direzione e il coordinamento della locale Procura della Repubblica, che hanno consentito di comprovare la condotta dell’uomo.
A lanciare l’allarme è stata la madre del piccolo, che, rilevati alcuni preoccupanti segnali, non ha esitato ad affidarsi ai Carabinieri e all’Autorità Giudiziaria raccontando la vicenda.
La risposta a tale richiesta di aiuto è arrivata in tempi brevissimi.
La Procura della Repubblica di Messina, infatti, a seguito della segnalazione pervenuta, ha immediatamente disposto che i Carabinieri svolgessero approfonditi accertamenti che hanno consentito di comprovare il reato in questione, tanto da consentire una immediata richiesta custodiale.
Alla luce di ciò, il G.i.p. presso il Tribunale di Messina ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo che, pertanto, è stato tratto in arresto dai Carabinieri e accompagnato presso la Casa Circondariale di Messina “Gazzi” a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
La prontezza della risposta della Polizia Giudiziaria nei casi di vittime di violenze di genere è conseguente alla specifica preparazione professionale e sensibilità degli operanti nell’affrontare tali reati, per i quali è altissima l’attenzione e la sensibilità della Procura della Repubblica di Messina che ha stabilito precise modalità operative per giungere, quanto più rapidamente possibile, come in questo caso, a tutelare le vittime vulnerabili.
In tale contesto è però fondamentale la denuncia da parte delle vittime di tali reati o delle persone che sono più vicine a queste ultime, così da consentire all’Autorità Giudiziaria e alla Polizia Giudiziaria di poter prontamente intervenire a tutela delle fasce deboli.