Accadeva 26 anni fa. Tra il 23 maggio e il 19 luglio del 1992 vennero assassinati brutalmente Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il capo di imputazione formulato dai boss di Cosa Nostra nei confronti dei due era quello di inferenza illecita nella loro vita privata. Perché sì, i due magistrati erano accusati dai capimafia palermitani di aver istruito quello storico maxiprocesso che avrebbe creato non pochi problemi a figure sino a quel momento considerate intoccabili: 19 saranno i condannati all’ergastolo, tra cui anche Totò Riina e Bernando Provenzano.
La pena nei confronti di chi aveva osato mettere in discussione la loro autorità doveva essere esemplare, bisognava dimostrare chi comandava in realtà: il loro assassinio avrebbe messo a tacere definitivamente lo Stato. In realtà fecero male i conti, non avevano considerato la possibile reazione di quella maggioranza silenziosa, che a seguito di quel tragico avvenimento smise di essere tale: nel 1992 si moltiplicarono i cortei a sostegno della legalità, aumentarono sempre di più le persone che decisero di scendere nelle piazze per dire no alla mafia. Lo Stato non era più solo. La loro morte non fu vana, anzi: sono ben 70mila gli studenti di tutta Italia che oggi si sono recati a Palermo per la cerimonia in memoria della strage di Capaci, accogliendo l’invito del ministero dell’Istruzione e della Fondazione Falcone di aderire alla campagna #PalermoChiamaItalia.
La celebrazione istituzionale si è tenuta presso l’aula bunker dell’Ucciardone, nella quale si svolse il maxiprocesso contro Cosa Nostra. Presenti alla celebrazione anche Pietro Grasso e Giuseppe Ayala, rispettivamente giudice a latere e pubblico ministero dello storico maxiprocesso, nonché i parenti delle vittime e i superstiti delle stragi di Capaci e di via d’Amelio.
A seguito delle celebrazioni ufficiali si terranno due cortei nel pomeriggio: il primo prenderà avvio da via D’Amelio, mentre il secondo dall’aula bunker; entrambi si incontreranno poi sotto l’Albero Falcone, in via Notarbartolo dove il magistrato viveva, per celebrare il silenzio alle 17.58, l’ora in cui ebbe luogo la strage di Capaci. Nel corso del pomeriggio verranno anche presentati i progetti promossi dalle “Università della Legalità”, un comprensorio costituito da 23 atenei italiani. La giornata si concluderà alle 19 con una messa presso la Chiesa di San Domenico, in ricordo delle vittime della criminalità organizzata. Alla messa seguirà al Teatro Massimo un concerto della banda della Polizia.
“Il 23 maggio è una data che non si può dimenticare viene ricordata ogni anno la data del vile attentato di Capaci. Da allora si è sviluppato un movimento di reazione civile prezioso e importante contro la mafia che ha ottenuto risultati importanti ma che richiede ulteriori impegni”, così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è intervenuto alla cerimonia di apertura che si è tenuta al porto di Civitavecchia da dove la nave della legalità è salpata per Palermo.