Si sono conclusi nei giorni scorsi la serie di confronti con tutti i candidati a Sindaco della città di Messina, promossi dalle Associazioni Familiari che operano all’interno del Tavolo Tecnico Autismo. I candidati hanno avuto modo di esporre le iniziative e i proponimenti a loro più cari, che dovrebbero caratterizzare il ruolo del futuro Sindaco. Mentre i rappresentanti delle Associazioni hanno evidenziato come il dibattito che si è andato sviluppando in questo ultimo scorcio di campagna elettorale appaia sempre più convulso e a volte poco chiaro. Pertanto è difficile in queste condizioni per i cittadini pervenire ad una sintesi lineare e condivisa.
E’ stato da tutti confermato l’impegno a fare di più e meglio rispetto alla tematica dell’Autismo e della Disabilità in genere, considerato che esse sono state sacrificate in logiche in cui sono prevalsi altri interessi e quindi lontane da soluzioni accettabili. I rappresentanti della Associazioni hanno ribadito con forza che la disabilità non può essere oggetto delle solite promesse, poi regolarmente disattese. Non si può giocare con i più deboli e con la sofferenza di tante famiglie. E che sarebbero stati tutti incalzati nel prossimo futuro, siano essi maggioranza che opposizione, sulla coerenza delle rispettive prese di posizione di oggi. Difatti una verifica potrà avvenire con un incontro con i capi gruppo che saranno designati all’interno del Consiglio Comunale.
Si è ricordato che il passato Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità un o.d.g. che impegna lo stesso e principalmente il Sindaco a sviluppare ogni iniziativa mirante al potenziamento dei Servizi a favore dei soggetti affetti da Autismo, a cominciare dai Centri Diurni. E’ stato precisato che è indispensabile, imprescindibile che il futuro Sindaco si prodighi per coordinare ed integrare le varie iniziative che si occupano da tempo di autismo, offrendo il giusto spazio anche a quelle sorte da poco o che andranno a sorgere. E’ da superare sia la conflittualità esistente fra chi gestisce i Servizi, che il protrarsi della “guerra tra i poveri” all’interno delle famiglie che si sentono penalizzate, fra chi usufruisce di un servizio e fra chi ancora non ce l’ha e che probabilmente stenterà tantissimo ad ottenerlo, specie se si tratta di ragazzi adolescenti ed adulti. Questi sono i più bistrattati, i dimenticati, i “ragazzi invisibili”. Occorre un salto culturale, un sussulto di dignità sociale e personale, uscire dalla vecchia visione settoriale per sposare fino in fondo quella partecipata ed integrata, senza lasciare indietro nessuno.