Dopo il bagno di folla per l’arrivo del Governatore, Nello Musumeci, giovedì sera a piazza Cairoli, Dino Bramanti ha chiuso la propria campagna elettorale dialogando con i cittadini e concedendosi un ultimo appuntamento in un lido della riviera nord. Presenti molti esponenti delle dieci liste che lo sostengono, ma anche alcuni deputati sia regionali che nazionali.
Per Bramanti è giunta l’ora di tirare le somme di una campagna elettorale accesa e dai toni aspri: “Siamo stati ripetutamente attaccati ed insultati, ma noi abbiamo mantenuto il nostro stile, non rispondendo alle polemiche strumentali dimostrando che oltre la politica delle urla c’è altro. Le nostre risposte sono i progetti e i programmi presentati ad una città che non ne può di veder partire i propri figli, questo è l’impegno che io ho assunto fin dal primo momento, quello di fermare questa emorragia di messinesi che scappano da una realtà incapace di garantirgli un futuro”.
Poi, però, qualche pensierino ai competitors Bramanti lo riserva, a partire da Cateno De Luca e Antonio Saitta: “Rivendica i risultati ottenuti come sindaco di Fiumedinisi, a giudicare da alcune inchieste su questioni ambientali non sarei molto orgoglioso di quanto realizzato. Saitta è l’espressione di un partito popolare nelle intenzioni ma universitario nella pratica. L’Unime è ormai la spina dorsale del Pd, quando invece dovrebbe essere la culla del sapere e della formazione senza alcun tipo di coinvolgimento politico. Accorinti? Giudicheranno i messinesi”. Sulle candidature di Trischitta ed Emilia Barrile, Bramanti ha aggiunto: “Il loro unico intento era quello di indebolirci, dubito che possano raggiungere il 5% e riuscire ad avere una certa rappresentanza in Consiglio Comunale”.