Si fa presto a dire quorum. Lo sbarramento del 5% è stato un ostacolo insormontabile per ben ventidue delle ventinove liste che hanno sgomitato che cercare un posto in Consiglio Comunale, una mannaia che si è abbattuta sulla politica messinese che inevitabilmente porterà una ventata d’aria nuova tra i banchi del civico consesso. Un’elezione “drogata” da un gran numero di liste e quindi di candidati, tutti i leader politici puntavano sull’effetto trascinamento per il sindaco ed invece a fare la voce grossa è stato il voto disgiunto che ha vanificato, anzi, capovolto, la validità dell’equazione: più liste (e quindi più candidati) uguale vittoria.
Questo ha portato ad un’enorme dispersione di voti, liste che ambivano al raggiungimento della soglia necessaria per approdare in Consiglio Comunale si sono ritrovate piene zeppe di umili portatori d’acqua da poche manciate di voti ma nulla di più. Una vera e propria debacle per buona parte dei quattordici consiglieri comunali uscenti che hanno pagato dazio al cospetto del quorum, rimasti fermi al palo per via del mancato raggiungimento della soglia prevista da parte della lista. Le uniche due eccezioni, seppur opposte, sono quelle di Pierluigi Parisi e Nino Carreri. Il primo, candidato in Ora Messina, ritornerebbe in aula in caso di vittoria di Bramanti al ballottaggio, in quel caso grazie al premio di maggioranza aumenterebbero i posti a disposizione della lista.
Nino Carreri, invece, non farà parte del prossimo Consiglio Comunale, i 390 voti raccolti (dato parziale) non gli sono valsi la riconferma tra le fila di Sicilia Futura, esattamente come per Alessandro La Cava. Sempre restando nel “mondo” del centrosinistra, nella lista del Partito Democratico non hanno trovato conferma Angelo Burrascano, 492 (dato parziale) preferenze, Giuppi Siracusano, 462 preferenze parziali, mentre non perdono le speranze Antonella Russo e gaetano Gennaro, che su 231 sezioni scrutinate su 254 hanno raggiunto quota 560 e 543 preferenze. Clamorosa beffa per Lucy Fenech, che dopo aver abbandonato la casa madre accorintiana, sposando il progetto politico di Antonio Saitta che l’aveva anche designata come assessore, resta a casa per via del mancato raggiungimento del 5% da parte della lista Saitta Sindaco. Tra le fila accorintiane, invece, pagano dazio praticamente tutti gli attori che hanno sostenuto la maggioranza in questi 5 anni.
Le consigliere uscenti Ivana Risitano e Cecilia Caccamo, gli ormai ex assessori Sebastiano Pino, Daniele Ialacqua, Sergio De Cola, Daniele Ialacqua, Guido Signorino. Nina Santisi e Gaetano Cacciola, sono caduti davanti alla soglia del 5% non raggiunta dalle tre liste, Renato Accorinti Sindaco, Cambiamo Messina dal Basso e Percorso Comune. Nel centrodestra, invece, la delusione più grande è per la lista Peloro 2023, ferma al 3,92% nonostante la presenza dei consiglieri uscenti Maria Perrone, Carlo Cantali, Simona Contestabile e Pietro Iannello che entrambi hanno superato le 600 preferenze. Nella lista di Forza Italia, che però in Consiglio ci sarà, non trova conferma Rita La Paglia. Cade sulla buccia di banana del 5% anche la lista Insieme Me, che vedeva la presenza di Daniele Zuccarello, che dunque lascia il Consiglio Comunale dopo due mandati. In aula non ci sarà Daniela Faranda, candidata in Diventerà Bellissima che non sarà rappresentata nel prossimo civico consesso.