Dino Bramanti adesso fa la voce grossa. Nella sua prima uscita pubblica dopo il risultato del primo turno, il candidato sindaco del centrodestra abbandona la l’aplomb che lo ha contraddistinto per queste settimane e squote l’ambiente con dichiarazioni al veleno. Neanche a dirlo, nel mirino ci finisce Cateno De Luca, che negli ultimi giorni non ha risparmiato attacchi nei confronti del suo avversario in occasione del ballottaggio del 24 giugno.
Inevitabili i paragoni con il ballottaggio di 5 anni fa, quando i messinesi scelsero Renato Accorinti contrapposto a Felice Calabrò, ritenuto “il candidato di Genovese”. Per Bramanti la città ha già ha già pagato il proprio scotto del voto di protesta, scenario che non può e non deve ripetersi. Ma davanti c’è anche un problema morale: “C’è un problema di base – ha sostenuto Bramanti – a confronto ci sono due candidati. Uno è il sottoscritto, la cui storia umana e professionale è sotto gli occhi di tutti, una storia fatta di sacrifici e di limpidezza. Dall’altra parte c’è un personaggio plurindagato e pluriarrestato, la cui elezione getterebbe ancora una volta la nostra città nell’indecisione e nell’incertezza, basti pensare a tutti i procedimenti penali ancora aperti ai suoi danni. La città ha già dato, i messinesi hanno già pagato sulla propria pelle determinate scelte dettate solo dal rancore verso questo o quel personaggio politico, adesso non si può più sbagliare. In caso di sconfitta elettorale sono pronto a lasciare la città insieme ai miei figli, non posso accettare di vedere Messina governata da certi personaggi poco limpidi”.
Bramanti rivendica la propria libertà d’azione politica: “Dall’inizio di questa campagna elettorale sento dire che io sarei il candidato di quello o quell’altro ancora, dei poteri forti, che dietro di di me ci sarebbe chissà quale puparo. Io sono Dino Bramanti e dietro di me non c’è nessuno. I messinesi hanno già capito qual è la strada giusta da seguire, cinque presidenti di Circoscrizione su sei fanno parte della nostra coalizione, siamo persone serie che sanno come rapportarsi con l’Europa, che possono contare su un’amicizia consolidata con Governo regionale mentre il Governo nazionale non potrà restare sordo davanti alle nostre richieste. Se non fosse passato il messaggio che Bramanti fosse espressione di chissà quali poteri avremmo già iniziato la bonifica della città, il vero voto di protesta è quello per noi, perché rappresentiamo il nuovo ed il pulito. Apparentamenti? Li voglio fare con quel 10% degli elettori del centrodestra che si sono avvalsi del voto disgiunto preferendo un altro sindaco. Voglio esprimere il mio ringraziamento ad Antonio Saitta, persona di grande signorilità con cui abbiamo dialogato sempre in modo costruttivo, a Gaetano Sciacca per i toni usati in questa campagna elettorale e a Renato Accorinti per i rapporti avuti in questi cinque anni. Ma non ho altri ringraziamenti da fare”.
Sui programmi Bramanti annuncia: “Non andremo nelle piazze a fare i clown, ogni sei mesi faremo incontri con la cittadinanza per valutare il lavoro svolto e quello che si dovrà fare. Questa si chiama democrazia partecipata. I messinesi potranno esprimere il proprio parere su temi importanti come il Piano Regolatore, che non deve essere uno strumento di guadagno per pochi, fino ai trasporti e mi riferisco anche al Ponte, che troppo spesso viene usato come slogan elettorale”.