Chi nutre interesse nella possibile vittoria di Cateno De Luca? In primis, naturalmente, lo stesso deputato regionale e i 23.616 messinesi, che lo hanno votato al primo turno e che legittimamente credono in lui. Ma la legge regionale – un aborto, diciamolo pure – apre altri scenari d’interesse. Il vincitore del ballottaggio, infatti, avrebbe anche il premio di maggioranza, ovvero ben 18 consiglieri comunali (dopo il primo turno, infatti, ne sono stati eletti solo 13 dei 32, 1 andrà al candidato sindaco sconfitto), ma De Luca non potrebbe, in caso di vittoria, godere di tale premio perché nessuna delle sue 6 liste ha raggiunto il quorum del 5%.
I 18 seggi pertanto, se De Luca diventasse sindaco, andrebbero ripartiti tra le liste che hanno raggiunto il quorum, al di là dello schieramento al quale appartengono. Le liste, nel nostro caso, sono 7, le magnifiche sette. Tre di queste sono del Centrodestra e hanno ovviamente tutto l’interesse che il 24 giugno prevalga Bramanti. Sono le rimanenti 4 a fare il tifo per De Luca. E qui la politica non c’entra nulla; c’entrano soltanto le poltrone, un fattore assolutamente “umano”, troppo umano direbbe il filosofo. E quali sono queste 4 liste? Per prima vi è quella dei Cinque Stelle, che ha una percentuale molto alta, il 10,05%, e farebbe man bassa dei posti in Consiglio. Ciò che resta andrebbe alle tre liste di Bramanti (Ora Messina con il 6,59%, Bramanti sindaco con il 5,74%, Forza Italia con il 5,3%) e alle 3 liste del Centrosinistra, che sono arrivate al 5%, ovvero il Pd (6,2%), Liberame (5,72%) Pdr-Sicilia Futura (5,6%).
I vertici di questi partiti o raggruppamenti, cioè Cinquestelle e Centrosinistra, non hanno voluto imparentarsi né con De Luca né con Bramanti. Sfido io: perché “sporcarsi” le mani e tentare di “fare politica” quando si può stare alla finestra e guardare gli altri che si “scannano” e la città che placidamente “muore”? E tuttavia, l’astensione così nobilmente invocata, potrebbe ancora avere una fisionomia “politica”: non vogliamo stare né con De Luca né con Bramanti, perché entrambi rappresentano una visione del mondo che non ci piace e che anzi vogliamo combattere. Se così fosse, la “congiura” sarebbe veramente degli innocenti, ma non è del tutto così, perché in questi partiti del “noli me tangere”, ci sono donne e uomini che, invece, sotto sotto, zitti zitti, piano piano, voteranno e faranno votare per De Luca. E chi sono costoro? Facile, no? Sono tutti quei candidati in odore di elezione.
I nomi? Non ci vuole nulla. In Cinque Stelle i primi 10 della lista sono Sciacca (1099), Argento (946), Giannetto (724), Mangano (498), Cannistrà (421), Schepis (388), Cipolla (372), Fusco (358), Tropeano (334), Quartarone (298), Mondello (258). Nel Pd i primi 6 sono Cardile (1189), Calabrò (1012), Gioveni (897), Gennaro (590), Russo (571), Dell’Acqua (563). Nel Pdr-Sicilia Futura i primi 6 sono Interdonato (1030). De Leo (1020), Rotolo (566), La Tona (523), Cacciola (459), Baronello (452). E infine, in Liberame i primi 6 sono Bonfiglio (655), Rizzo (588), Pergolizzi (567), Russo (446), Levorato (428), Buda (409).
Tolti i primi 2 o 3 o massimo 4 di questi elenchi, perché probabilmente già aletti al primo turno, per gli altri soltanto l’elezione di De Luca potrebbe spalancare le porte del Comune e regalar loro un insperato scranno dove finalmente sedersi o risedersi. Ai 23.616 elettori, che formano l’esercito agguerrito di De Luca, andrà ad aggregarsi un reggimento di ausiliari, che potrebbe ammontare a circa 6mila elettori, il cui voto porterebbe De Luca almeno a quota 30.000.
Con tutto ciò, il risultato di Bramanti al primo turno sarebbe ancora speriore (33.683 voti), ma sappiamo benissimo che questo esercito subirà invece diverse defezioni, perché i non eletti, gli scontenti, quelli che una volta si chiamavano trombati, mi sembra difficile che tornino a votare e a chiedere il voto. E allora? I giochi sembrano fatti. La “congiura” degli innocenti, che innocenti non sono, si compirà la notte del 24 giugno. E tutti quei messinesi (la maggioranza), che saranno rimasti a casa o saranno andati al mare o in montagna? Che diranno lunedì? Inizieranno la loro inutile trenodia? Quegli stessi messinesi, che si lamentavano così tanto, fino all’altro giorno, ed erano “stufi” di Accorinti, delle sue magliette e dei suoi modi, che faranno lunedì mattina? Che faranno quando avranno per sindaco un eccentrico ancora più eccentrico (gli eufemismi mi piacciono, qualche volta) di Accorinti? Oppure, per miracolo, un uomo che sarebbe l’utile idiota dei cosiddetti “poteri forti”.
Non sarebbe meglio, prima che questo rituale si compia, pensare invece di andare al voto, e votare per DeLuca o per Bramanti, assumere finalmente una responsabilità su sé stessi, decidere e poi vigilare, e se necessario agire? Troppo facile dire “vado al mare” e così ritenersi “lavati”, lasciandosi scivolare di dosso le scorie della politica. Ma l’acqua del mare, lo sappiamo tutti, è salata, e il sale sulle ferite brucia da morire.
Giuseppe Ramires