Luciano Fiorino fa un passo indietro. Com’è noto, l’amministrazione ha intenzione di azzerare i vertici delle società partecipate, ma anche la presidenza dell’ente Teatro Vittorio Emanuele, attualmente occupato proprio da Fiorino. Da qui la scelta comunicata con una lettera al sindaco Cateno De Luca: Quando un anno fa ho accettato, per puro spirito di servizio, di governare il Teatro di Messina, esso
versava in un grave stato di crisi, umiliato dalle stesse istituzioni che erano preposte ad averne cura, e schiacciato da lotte intestine e debiti accumulati per oltre un milione di euro che ne riducevano la gestione a continue emergenze ed arretrati. Il suo personale, già da anni in vana attesa di una necessaria riorganizzazione, si trovava in perenne stato di agitazione e demotivazione. Per questi motivi, l’Ente godeva di un’immagine pubblica gravemente compromessa a livello locale e nazionale. Per trascinare il Teatro fuori dalle secche e prepararne il rilancio, durante il mio breve mandato ho cominciato a colmare antichi gap adottando, tra enormi difficoltà, un approccio trasparente, pragmatico e appassionato. Lo stesso che oggi, rimettendo il mandato, chiedo a nome della mia Città
a Lei, Sindaco.in questo anno di lavoro è stata condotta un’azione di governo saldamente basata sul senso di responsabilità istituzionale e portata avanti con freschezza, creatività e dinamismo, ma questo non può bastare: la politica e le sue istituzioni devono dare un segnale forte e chiaro e decidere una volta per tutte, in tempi brevi, cosa vogliono fare di questo eccezionale patrimonio che può e deve diventare un vanto nazionale.
La città di Messina ha bisogno di un progetto culturale forte, sviluppato in sinergia con le forze sane della società civile territoriale, che veda il Teatro come principale attore e motore di uno sviluppo che è concretamente possibile e che la città merita. Questo è quello che ho iniziato a fare durante il mio breve mandato e mi auguro che, a fronte dei primi risultati raggiunti, la sua amministrazione si impegni a migliorarlo. Perché l’EAR non diventi un altro luogo di esercizio di populismo ma piuttosto spazio popolare di cultura a servizio della nostra intera comunità”. Fiorino fa un’analisi dei problemi dell’ente: “Il contributo regionale al Teatro, dal canto suo, è assai sottodimensionato e inaccettabilmente più basso di quello riservato ad altri teatri siciliani. Non è ammissibile che i contributi ordinari erogati portino con sè un carattere di disparità sociale tale per cui sul cittadino messinese si riversa un investimento di 16 euro, mentre su quello catanese di quasi 43. L’orchestra del Teatro di Messina, che tutta l’Italia ci invidia, non è messa nelle condizioni di esercitare la propria professionalità in modo stabile, per ragioni su cui è necessario fare chiarezza. La struttura monumentale che ospita il Teatro è un edificio storico di grande pregio, un vanto per la nostra Città; ma nonostante ciò, non è oggetto di attenzione né cura da parte politica. Il Teatro dispone di competenze professionali molto elevate, ma la discontinuità degli incarichi di nomina politica non permette nemmeno la gestione della normale amministrazione, a partire dalla regolare approvazione dei bilanci.
Ancora una riflessione, per accendere i riflettori su una questione che troppo spesso passa sotto traccia. Il mio mandato è stato espletato, per la prima volta nella storia dell’Ente, a titolo gratuito: non ho percepito alcuna indennità a fronte della mia prestazione professionale. Per rispetto dell’Ente che mi sono onorato di rappresentare, la mia gestione ha applicato una stringente politica di spending review, sospendendo poco dopo l’insediamento tutti i rimborsi spese e regolamentandoli subito dopo. Personalmente, com’è facile verificare, nell’intero anno di mandato tutti i miei rimborsi ammontano a 540 euro e in generale la spesa dell’intero Ente è stata ridotta di oltre l’80%”..