L'interrogatorio a Maria chiude la seconda stagione del Clan degli Attori

Si è concluso con lo spettacolo dal titolo  Interrogatorio a Maria di Giovanni Testori, andato in scena lo scorso fine settimana al Clan Off Teatro,   la masterclass condotta da Walter Manfrè.
A dare vita alla pièce, caratterizzata da un linguaggio semplice e limpido,  un grandioso cast composto da   Gaspare Bonina, Nino Cosenza, Martina Costa, Piera Costantino, Donatella Del Mastro, Francesco Galuppo, Angelo Morabito, Cinzia Murabito, Stella Policastro, Adele Rombolà, Manuela Smeriglio, Carlo Spinelli e Alessandra Zecchetto.

Un testo quello affrontato  che ha portato in scena temi cari a tutte le donne come l’educazione dei figli e la sofferenza di una madre di fronte alla morte del «frutto» che lei stessa ha generato. Cristo non c’è, fisicamente, sulla scena, ma viene continuamente evocato: è lo scandalo, la ragione della vera speranza per l’umanità, Colui che è uscito dal ventre di Maria per salvare il mondo. Ed in maniera quasi viscerale viene indagato il momento in cui Verbo diventa carne. Il popolo evoca Maria per “interrogarla”: d’un tratto appare, si palesa, Maria madre delle madri, donna delle donne, e risponde mostrando tutta la sua umanità. La parola diventa vera drammaturgia “sacra”, perché è più grande di chi la dice, risuona come provocazione, chiama l’uomo e ne fa il testimone, il custode del dire secondo il suo destino. Una sacralità umana, intrisa di carne, di dolore ma anche di speranza. Questo il senso intimo e profondo di Interrogatorio a Maria: seguire la parola e lasciare che questa prenda a poco a poco spazio in noi. Una delle più belle azioni drammaturgiche di Giovanni Testori, una sorta di “lauda dialogata” con la quale lo scrittore inaugurò una nuova stagione del suo percorso artistico: quella della testimonianza aperta, sofferta, della sua fede ritrovata.

Lo spettacolo giunge come atto conclusivo della Masterclass avviata al Clan Off Teatro col regista messinese Walter Manfrè, e la collaborazione di Giovanni Maria Currò e Mauro Failla. Il laboratorio, della durata di sei mesi, ha preso il via a gennaio. Un percorso di perfezionamento che prevede modelli e metodi di interpretazione diversi dal teatro tradizionale: quel “Teatro della persona”, proprio di Manfrè, che esplora le infinite sfaccettature e possibilità dell’animo umano, votato a toccare la sensibilità e l’emozione dello spettatore, passando per l’empatia, la provocazione, l’autenticità.
Con questo spettacolo il Clan degli Attori rinnova l’appuntamento alla prossima stagione.

Maria Antonella Saia

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