“Le prospettive della sopravvivenza, ma anche del rilancio dell’Autorità portuale messinese da fosche sono diventate rosee. C’è la consapevolezza non solo a Palermo ma anche a Roma della necessità della revisione della riforma Del Rio”.
Lo dice Capitale Messina, che scrive al Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che pochi giorni fa ha aperto all’istituzione della 16ma Autorità di Sistema Portuale dell’Area dello Stretto, di Milazzo e dell’Arcipelago delle Eolie, che abbia anche le funzioni di Agenzia della Mobilità per l’area dello Stretto e le isole Eolie. Nella lettera, Capitale Messina, nella nota firmata da Gianfranco Salmeri, sottolinea: “Egregio Sig. Ministro, leggiamo con soddisfazione della Sua apertura all’eventualità della istituzione della sedicesimaAutorità di Sistema Portuale. Perché come Lei ben sa, l’insieme dei cittadini, delle forze sociali e produttive, degli ordini professionali della città metropolitana di Messina, è assolutamente contrario alla soppressione dell’Autorità portuale messinese ed al suo accorpamento con Gioia Tauro, come prevedeva la legge di riforma del sistema portuale italiano, scritta dall’ex Ministro Graziano Del Rio. E la nostra opposizione non nasce per motivazioni campanilistiche, ma per dubbi e preoccupazioni concrete riguardo lo sviluppo del nostro territorio. Prima tra tutte lo stato di crisi strutturale del porto di Gioia Tauro: perdita di competitività, bilanci in deficit, 440 dipendenti in cassa integrazione, il terminalista che minaccia di abbandonare lo scalo. Ed a fronte di ciò a causa della mancanza degli investimenti per l’Alta Capacità ferroviaria, Gioia Tauro rischia di morire come porto transhipment e di trascinare nel suo abbraccio mortale il sistema dei porti di Messina-Milazzo, che invece producono un attivo di 8 milioni l’anno. Tra l’altro incombono vari profili di incostituzionalità dal momento che l’accorpamento coinvolge la Sicilia, Regione a statuto speciale e la Calabria a statuto ordinario Senza considerare che Messina, città di mare, con una identità storico-culturale strettamente intrecciata con quella del suo porto, ha le porzioni più pregiate del proprio territorio urbano appartenenti al demanio marittimo, sottoposte, quindi alla potestà dell’Autorità portuale, che non può, quindi, non essere messinese. Ma non solo”.
Ne documento, Capitale Messina aggiunge: L’abrogazione dell’Autorità portuale di Messina è stata vissuta come un’ingiustizia dai cittadini messinesi perché il sistema dei porti della città metropolitana di Messina, Messina porto storico, Rada S. Francesco, Tremestieri, Milazzo, Giammoro, strutture caratterizzate da specializzazioni diverse ma con forti possibilità di interrelazioni, presenta realisticamente tutte le qualità di un “sistema portuale complesso” che nulla ha da invidiare alle altre realtà rimaste sede diAutorità di Sistema Portuale. Un sistema che esprime performances di tutto rispetto: nel 2017, il porto di Messina ha movimentato 11 milioni di passeggeri, confermando il proprio primato assoluto nel settore fra i porti italiani. Il sistema portuale di Messina e Milazzo ha, inoltre, complessivamente movimentato merci per quasi 27 milioni di tonnellate, di cui oltre 20 milioni di rinfuse liquide attestandosi al quinto posto tra i porti italiani. Il traffico di automezzi sullo Stretto di Messina si attesta, nell’ultimo quadriennio, su di una media di circa 800 mila unità, mentre i passeggeri crocieristi registrano un picco nel 2017 di oltre 390 mila unità. I collegamenti con le isole minori, infine, servono 14.000 abitanti, 600.000 turisti annuali e quasi 97.000 veicoli. Dunque il “Sistema Portuale Messina”, che comprende funzioni diversificate e complementari, può prefigurare secondo prospettive strategiche di medio e lungo periodo, uno sviluppo consistente di opportunità lavorative e di investimento per le imprese, con le conseguenti positive ricadute occupazionali. La strategia dovrebbe essere perciò quella di potenziare, rifunzionalizzare e mettere in sinergia quanto già esistente, in modo da creare le condizioni ottimali per lo sviluppo dei servizi di mobilità per persone e merci, non di mortificarne la crescita con scelte penalizzanti come quella della soppressione dell’Autorità portuale. Quindi restiamo fermamente convinti della esigenza primaria della sopravvivenza della nostra Autorità Portuale. Certo, ci rendiamo conto che una modifica alla legge di riforma rischia di scatenare le aspirazioni di altri territori. Ma le motivazioni per una deroga ci sono tutte. La prima è che Messina rischia di rimanere l’unica città metropolitana portuale, senza Autorità di Sistema Portuale. Ma è soprattutto la specificità del nostro ambito a giustificare una eccezione. Eccezione che si è fatta tra l’altro anche per Civitavecchia, che nonostante fosse porto comprehensive e non core, è diventata lo stesso sede di Autorità Portuale in quanto porto della Capitale. E chi può negare la specificità della nostra area, snodo logistico che garantisce la continuità territoriale di 5 milioni di siciliani ed il collegamento con le isole Eolie? Per questo auspichiamo l’ inserimento nella legge di riforma del sistema portuale italiano (ADSP) di un comma aggiuntivo, all’interno dell’articolo del D.lgs. 169/2016 istitutivo delle Autorità di Sistema, che disponga – ad ottimizzazione della norma e vista l’unicità delle peculiarità dell’Area dello Stretto, la nascita dell’Autorità di Sistema Portuale per la Mobilità nell’Area dello Stretto, di Milazzo e dell’arcipelago delle Eolie, comprendente i porti della città metropolitana. I compiti di questa nuova “realtà” dovrebbero essere legati all’unicum che rappresenta, in aggiunta, ovviamente, a quelli propri delle altre Autorità di sistema, come attribuiti dalla legge succitata. In sintesi, quindi, oltre alle funzioni che già esercita, l’Autorità dello Stretto dovrebbe essere preposta al governo ed alla gestione dell’intero sistema integrato dei trasporti dell’area dello stretto e dell’arcipelago delle Eolie, attuando anche idonee politiche tariffarie e di integrazione modale fra i diversi sistemi di mobilità afferenti nell’area. Fra le attività proprie dovrebbero essere compresi i seguenti elementi-chiave: 1) Piani e programmi per i servizi di mobilità territoriale integrata nell’Area dello stretto e dell’arcipelago delle Eolie e relativo utilizzo dei fondi sovranazionali per l’ottimizzazione del sistema integrato della mobilità; 2) Ricerca e sviluppo sostenibile, sistemi tecnologici per la sicurezza 3) Sviluppo ed ottimizzazione delle reti di mobilità e corridoi TEN , PEN per la mobilità delle persone e delle merci, minimizzando l’impatto ambientale; 4) progetti di integrazione modale e tariffaria nell’area: settori terreste, marittimo e aereo; 5) Appalti di opere e servizi di mobilità, affidamenti e contratti. Certi che possa prendere nella giusta considerazione quanto da noi descritto, Le porgiamo distinti saluti in attesa di un Suo riscontro”.