Da un’emergenza all’altra, ma questa volta l’azione dell’amministrazione De Luca potrebbe portare a risvolti davvero clamorosi. Si punta al bersaglio grosso, alla più annosa delle problematiche, forse la più indecente e degradante sotto il profilo umano e morale: le baracche. Entro il prossimo 31 ottobre tutti fuori dalle baracche che dovranno essere rase al suolo entro il 31 dicembre, questo il piano che l’amministrazione ha messo in piedi dopo il vertice fiume che si è tenuto ieri in Prefettura, dal quale è scaturito l’ennesima ordinanza con tingibile ed urgente emessa dal sindaco De Luca.
Le baracche sono state suddivise in 7 ambiti: Annunziata; Giostra/Ritiro/Tremonti; Camaro/Bisconte; Fondo Saccà; Gazzi Fucile/Via Taormina; Santa Lucia/San Filippo; Bordonaro/San Filippo Alto. All’Asp il compito di redigere una relazione sull’antigienicità degli ambienti, l’Istituto Autonomo Case Popolari dovrà, invece, chiarire il numero di alloggi disponibili per le famiglie in graduatoria ma che ancora si trovano a vivere nelle baracche.
L’Arpa dovrà invece chiarire quali sono gli ambiti in cui vi è la presenza di amianto, mentre l’Amam dovrà appurare la conformità degli scarichi delle baracche, così come così come il dipartimento Politiche per la Casa e Politiche del Territorio dovranno aggiornare il censimento del 2002 e produrre in reportage fotografico sul degrado delle zone. Una vera e propria lotta al degrado che finirà anche nei tavoli palermitani, oggi il vicesindaco Mondello incontrerà l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone.
De Luca ieri ha chiesto al Prefetto, Maria Carmela Librizzi, massima collaborazione: “Eccellenza io non posso essere lasciato solo a gestire oltre cento anni di ipocrisia e malagestio. Il Governo Nazionale deve prendere atto e dichiarare lo stato di emergenza abitativa con apposite procedure d’urgenza e relativi fondi diversamente io sono pronto ad esercitare comunque le mie prerogative di massima autorità locale in materia di igiene e salubrità e di protezione civile. Io non so cosa mi succederà però, dopo aver analizzato quasi 30 anni di chiacchiere dalla famosa legge 10/90, mi sono convinto che le istituzioni regionali e statali debbano essere messe di fronte al fatto compiuto. Ora vediamo chi tenterà di fermare un percorso irreversibile che apre scenari delicati e pericolosi”.