La prima variazione consente di protrarre da sei mesi ad un anno il termine per poter sporgere denunce di violenza sessuale e violenza sessuale sui minori. La seconda proposta di modifica prevede che le denunce per reati persecutori (stalking) siano irreversibili, non possano cioè essere ritirate da chi le ha presentate.
Si volta una pagina epocale per le denunce per i reati di violenza sessuale e stalking: la Corte di Cassazione riceve oggi una proposta di legge di iniziativa popolare che è destinata a regolamentare diversamente questo settore così problematico che spesso non riesce a proteggere le vittime, comprese quelle che si decidono a contestare il presunto crimine. Il disegno di legge è stato redatto dall’avvocato palermitano Alice Anselmo, insieme con Giuseppe Di Chiara, professore ordinario di Procedura Penale all’Università di Palermo. L’iniziativa nasce nell’ambito della 7a Edizione del progetto “Diritti alla Salute”, del quale l’associazione Punto Onlus è “capofila”.
Una volta che la proposta sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale, potrà iniziare la raccolta di firme in tutto il territorio nazionale: ne servono 50 mila per poter portare il disegno di legge in Parlamento.
“Spesso sei mesi non sono sufficienti alle vittime di questi abusi per metabolizzare quello che è accaduto e trovare la forza di denunciare – aggiunge Anselmo – specie nel caso di minori, possono passare molti mesi prima che l’episodio venga raccontato o condiviso con qualcuno”.
”Molte volte le vittime vengono spinte a ritirare la denuncia dagli stessi stalker – dice Anselmo – chiediamo invece che le denunce di questo tipo procedano obbligatoriamente una volta inoltrate all’autorità giudiziaria, così come avviene per le denunce di reati a sfondo sessuale”.
Del comitato promotore (che ha sede a Palermo, telefono 091.7833233) fanno parte rappresentanti di diverse associazioni (PerlaRosa, Pool antiviolenza e per la legalità, Attivamente, Tutti Insieme, SiciliaSi), dell’Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo, dell’Università di Palermo, dell’ASP di Palermo e del Comune di Racalmuto.
L’iniziativa ha già avuto il patrocinio dell’Università di Palermo, del Comune di Palermo, del Comune di Racalmuto e dell’associazione universitaria “Vivere Ateneo” di Palermo.