I giudici della Corte di appello di Messina, nell’ambito dell’inchiesta “Corsi d’oro”, nata per lo scandalo della formazione professionale in Sicilia, hanno ridotto le condanne per l’ex consigliere Elio Sauta a 5 anni (7 e mezzo in primo grado), per la moglie Graziella Feliciotto a 2 anni e 2 mesi (3 e mezzo la prima condanna), per Chiara Schirò, moglie dell’ex parlamentare Francantonio Genovese, a un anno e 8 mesi (2 anni e 2 mesi in primo grado), per l’ex assessore Carmelo Capone ad 8 mesi (questi ultimi due entrambi pena sospesa).
Prescrizione per Salvatore Giuffrè. Confermate le condanne a un anno per Concetta Cannavò, un anno e cinque mesi, Natale Lo Presti, un anno e quattro mesi, Nicola Bartolone, sei mesi, Carlo Isaja, quattro mesi, Daniela D’Urso, moglie dell’ex sindaco Buzzanca, tre mesi infine per Daniela Pugliares.
Erano accusati a vario titolo di associazione finalizzata a diversi episodi di peculato, truffa, e tentativo di truffa. Secondo l’accusa gli indagati gestivano centri di formazione e avrebbero ottenuto finanziamenti maggiori di quelli in realta’ dovuti attraverso fatture gonfiate.
A maggio, l’accusa aveva chiesto alla Corte d’Appello 10 condanne e 3 conferme di pena. Il processo di primo grado, nei confronti di 13 persone fisiche e 5 societa’, si era concluso il 31 marzo 2017 con 11 condanne e 2 assoluzioni. L’operazione “Corsi d’oro” e’ il risultato di un’indagine della sezione di Pg della Polizia e della Guardia di Finanza era scattata il 17 luglio 2013. L’indagine punto’ l’attenzione sui costi per il noleggio e l’affitto di beni e servizi destinati ai corsi di formazione professionale. La Procura di Messina, all’epoca dei fatti, aveva contestato un sistema di spese gonfiate.