De Luca vuole mandare a casa altri 40 lavoratori: Cgil e Uil dicono no al "Salva Messina"

Cgil e Uil abbandonano il tavolo del confronto. Finale burrascoso del confronto fra il sindaco Cateno De Luca e la parti sociali. Dopo che il sindaco ha illustrato, dati alla mano, quelli che sarebbero stati i suoi propositi, Giovanni Mastroeni e Ivan Tripodi, segretari generali di Cgil e Uil, si sono alzati e sono andati via rifiutandosi di firmare il verbale dell’incontro. Tonino Genovese della Cisl e altre piccole sigle sindacali sono invece rimaste dentro.

Cateno De Luca ha esordito con il dolce, prima di servire al tavolo della discussione il boccone amaro. Dopo due giorni, segno evidente del cinismo politico del sindaco, esordisce annunciando di avere trovato i soldi per prorogare Casa Serena. Invece di chiuderla a ottobre, ha comunicato di avere reperito le risorse per chiuderla invece il 31 dicembre prossimo.

Poi dopo l’illustrazione del piano “lacrime e sangue”, il primo cittadino ha tirato fuori il “boccone amaro”: il 1 gennaio a casa i 40 lavoratori che si occupano delle pulizie degli uffici comunali. De Luca ha fatto sapere che il servizio sarà garantito dagli impiegati comunali di categoria A e B.

Gli impiegati che da anni svolgono altre mansioni ed hanno ottenuto avanzamenti di carriera si ritroveranno – secondo De Luca – a dovere pulire gli uffici comunali. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e i sindacalisti che rappresentano le sigle più significative, fatta eccezione per Genovese, hanno deciso di abbandonare il tavolo.

Ovviamente si profila una grande mobilitazione contro il sindaco Cateno De Luca e i consiglieri comunali, qualora dovesse avallare le scelte del primo cittadino che intende fare cassa – dicono i sindacalisti – sulle spalle dei lavoratori.

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